Dicembre 21, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

TAMMY ABRAHAM:”DROGBA MI HA ACCOMPAGNATO AD UN ALLENAMENTO!”

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Intervista ufficiale:

Tammy Abraham, i miei 5 attaccanti preferiti:

  1. Adebayor “Quando ero un ragazzino, mi chiamavano tutti “Adebayor”. Dicevano che giocavo come lui. È stato lui. C’è stato un periodo tra Arsenal, Manchester City e Tottenham in cui segnava moltissimo, ma non era solo questo… Aveva tecnica, era alto… proprio come me. Quindi sì, c’è stato un periodo in cui mi piaceva molto Adebayor”.
  2. Drogba “Penso che il mio primo ricordo di Didier Drogba risalga a un giorno in cui ero in ritardo per l’allenamento, c’erano delle macchine davanti a me e non riuscivo a passare. Ricordo che mia madre stava urlando alla sicurezza di farmi passare, dicendo che ero in ritardo. Drogba ci stava superando con la sua auto e si è offerto di farmi salire con lui, perché ovviamente aveva il pass per entrare direttamente, quindi mi ha chiesto se volessi passare con lui. Nessuno mi ha visto con lui, ma posso comunque dire che Drogba mi ha accompagnato ad un allenamento! Avrò avuto 7-8 anni e speravo che in quel momento tutti i miei compagni fossero fuori e che mi vedessero assieme a lui, ma non c’era nessuno, l’unico testimone era mia madre! Mi sono seduto e basta. Cercavo di guardarlo in faccia attraverso lo specchietto. Ero seduto dietro, è stato incredibile! Era davvero un bullo, era prepotente e la squadra con cui faceva più il bullo era l’Arsenal. Io e la mia famiglia eravamo tifosi dei Gunners quindi quando c’era Chelsea – Arsenal andavamo allo stadio, a volte facevo il raccattapalle, altre guardavo la partita sugli spalti. Mi ricordavo come Drogba “bullizzasse” i difensori avversari, era fortissimo fisicamente, era un grande finalizzatore, era bravo coi piedi, penso abbia reinventato il ruolo di numero 9. Come teneva la palla e utilizzava il corpo… e poi segnava anche molti gol”.
  3. Lewandowski “Ovviamente non mi sono mai allenato con lui, ma ci ho giocato contro. Penso che migliori sempre di più col passare del tempo. È un grande realizzatore, si muove benissimo, è un attaccante molto intelligente, questo è il motivo per cui segna così tanto. In un’occasione, ha segnato due gol contro la mia ex squadra e io cercavo di vedere quello che faceva e come si posizionava per poi cercare di colpire, ho imparato anche da lui”.
  4. Kane “L’ho affrontato in un paio di occasioni e mi sono allenato assieme a lui con la nazionale inglese e ho anche quindi giocato con lui. Le piccole cose che ho notato osservandolo in allenamento… quando facciamo gli esercizi di finalizzazione, cerco sempre di dare il massimo perché vedo lui che segna e quindi cerco di farlo anche io, per non essere da meno. Prima degli allenamenti facevamo degli esercizi sui calci da fermo, in vista della partita, se faceva un tiro faceva un gol. Sono queste piccole cose… Prende tutto seriamente e se è davanti alla porta non c’è verso che sbagli. Cerco di rubargli qualche segreto. È anche un bravo mentore, ci tiene ad aiutare i giocatori più giovani. Da anche molti consigli agli altri attaccanti, su come finalizzare, su come posizionarsi, è un ottimo compagno di squadra”
  5. HenryIl più grande attaccante di sempre. Il mio attaccante preferito è per forza Thierry Henry. Sempre lui! Ancora oggi faccio alcune cose grazie a lui, è grazie a lui che ho sempre voluto fare l’attaccante! Guardandolo giocare… avevo molte sue foto attaccate al muro, mi ricordo che c’era una foto in cui indossava la maglia bordeaux dell’Arsenal, aveva i calzini tirati su oltre il ginocchio e il nastro e io volevo essere come lui. Da quello che mi ricordo, è sempre stato lui il mio giocatore preferito. Penso avessimo 12 anni e dovevamo scegliere i numeri di maglia, era la prima volta che lo facevamo, la prima volta in cui potevamo scegliere i numeri. C’eravamo io e un mio amico che litigavamo per avere il 14, l’avevamo chiesto entrambi. Discutevamo moltissimo e alla fine il tutto è stato deciso ai rigori, per volere dell’allenatore, per decidere chi avrebbe dovuto avere il 14 e alla fine ha vinto lui”.

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