Novembre 22, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

Cantona:”Non guarderò i Mondiali, persone trattate in maniera orribile per costruire gli stadi”

4 min read

Eric Cantona ha annunciato con largo anticipo che non guarderà i Mondiali del 2022 che si giocheranno in Qatar. Tante le cause di questa decisione dell’ex giocatore del Manchester United, che, in particolare, non ha gradito le pessime condizioni in cui sono stati costretti a lavorare i tantissimi operai, i quali hanno dovuto erigere meravigliosi stadi, ma in pochissimo tempo e lavorando senza sosta. Un’altra cosa che non ha gradito è la questione dei soldi, che secondo lui stanno diventando più importanti del resto.

Cantona al Daily Mail, importante quotidiano britannico:

Ad essere onesto, non mi interessa molto il prossimo Mondiale, che per me non è un vero Mondiale. Negli ultimi decenni, ci sono stati molti eventi come le Olimpiadi o i Mondiali in paesi che stanno emergendo, come Russia o Cina, ma il Qatar non è il Paese del calcio. Non sono contrario all’idea di ospitare una Coppa del Mondo in un paese dove c’è la possibilità di sviluppare e promuovere il calcio, come in Sud Africa o negli Stati Uniti negli anni ’90, ma in Qatar non esiste un tale potenziale. Non c’è niente. Si tratta solo di soldi e del modo in cui hanno trattato le persone che hanno costruito gli stadi, è orribile. E migliaia di persone sono morte. Eppure celebreremo questa Coppa del Mondo. Personalmente, non la guarderò. Capisco che il calcio sia un affare, ma ho pensato che fosse l’unico posto dove tutti potessero avere una possibilità. E penso ancora che i giovani giocatori possano crescere in una zona molto povera, diventare calciatori e così salvare sè stessi e la loro famiglia, il che è fantastico. E se sei bravo, sei bravo. È una meritocrazia: se sei il migliore giocherai ed è giusto. Meritocrazia e potenziale sono l’essenza del calcio, per questo è ancora più sorprendente il fatto che si sia organizzata una Coppa del Mondo in Qatar

-Éric Cantona

Queste sono le parole che ha utilizzato King Eric parlando del prossimo mondiale, in molti gli hanno dato ragione, è da tanto che viene criticata la scelta di disputare i Mondiali di calcio in un paese come il Qatar, visto quello che sta succedendo in questo paese. Stadi costruiti in pochissimo tempo da persone che hanno lavorato senza fermarsi, impianti stupendi che serviranno soltanto a migliorare l’immagine dello stato, che non ama particolarmente il calcio. Il Qatar si è offerto di di ospitare questa competizione solo per prestigio e sembra che, nella nazione del Medio Oriente, si stia cercando di fare credere che questo stato ci tenga davvero al calcio, ma così non è, è letteralmente una finta passione costruita negli ultimi mesi pagata con la vita di molti operai, costretti a lavorare in pessime condizioni.

L’amore per il calcio non si trova soltanto nei paesi delle nazionali più forti, si trova anche nei paesi delle nazionali magari più piccole, dove si cresce giocando per strada anche in pessime condizioni. È bellissimo quello che dice Cantona sul fatto che chi è povero ma riesce a sfondare nel calcio meriti di salvare sia sè che la propria famiglia, cosa che nel calcio è successa davvero tante volte, ma in Qatar questo non avviene.

Questa fotografia, scattata in un quartiere dell’Indonesia, può aiutare a capire cosa significhi avere una passione per il calcio: 5 bambini rincorrono e prendono a calci un pallone in una zona davvero povera, con del fango che simula il manto erboso di uno stadio, un pallone di certo non come quello che vediamo noi tutti i giorni, dei rifiuti accatastati uno sopra l’altro e quella scritta “San Siro” che rappresenta il sogno di tutti e 5 i ragazzi, che fantasticano di fare da grandi ciò che più amano in palco scenici straordinari come lo stadio di Milano che tutti noi conosciamo. In Qatar, la maggior parte dei bambini non passa il tempo facendo questo, ma per ospitare un Mondiale c’è bisogno di soldi e quindi, ingiustamente, tra un’Indonesia che ha importato una grande passione pe il calcio (senza avere necessariamente una grande storia calcistica, anche il Giappone, ad esempio, è un paese che non ha una straordinaria storia calcistica, anche se ha avuto qualche grande giocatore, ma nell’isola asiatica, molti bambini amano calciare il pallone come facevano già poco oltre la metà del 1800 in Inghilterra) e un Qatar ricco senza una grande passione per questo sport, si sceglie la seconda opzione.

Le polemiche arrivano con mesi di anticipo dall’inizio del torneo e a mostrare il proprio disprezzo è subito una leggenda come Cantona, uno che ama il calcio e, nonostante il ritiro, continuerà ad amare questo sport per sempre.

Lascia un commento