L’indimenticabile rovesciata di Marco Van Basten
3 min readDomenica 9 novembre 1986, Amsterdam, stadio De Meer, 15.000 tifosi circa, Ajax – Den Bosch. E’ l’Ajax di Cruyff che gioca con gente come Rijkaard e Van Basten, oltre a Danny Blind, padre di Daley Blind, che gioca per il club della capitale olandese come faceva il papà. Una squadra che fa un calcio splendido grazie ad un allenatore straordinario, che, in 3 stagioni, vince 86 volte in 117 partite, ma soprattutto rivoluziona totalmente sul piano tattico il calcio. Si potrebbe stare qui giornate intere a parlare di come la leggenda dell’Ajax abbia stravolto il calcio prima da giocatore e poi da allenatore, ma oggi si parla di Marco Van Basten e di quel suo gol in rovesciata che tutti noi ricordiamo a distanza di decenni. Dopo settanta giri di lancette, il risultato è di 2-1 in favore dei Lancieri, che avevano trovato l’1-0 con Bosman e avevano anche raddoppiato grazie ad un gol di Wouters, che poi farà anche l’assist per lo splendido gol di Marco, la squadra di casa sembra superiore, ma la rete di Gillhaus fa tremare i tifosi, c’è ancora una vita da giocare e gli ospiti hanno accorciato le distanze dimezzando lo svantaggio. Bisogna portarsi nuovamente avanti di due reti se si vuole essere sicuri di tornare a casa con un successo e la rete arriva, arriva al 71′ ed è un’opera d’arte, un’azione stupenda, un gioco veloce, proprio come vuole Cruyff, con l’azione conclusa con un gol iconico, un gesto tecnico e un’armonia nella coordinazione straordinaria. Blind ha il compito di impostare da dietro, si fa qualche metro palla al piede, gli avversari non pressano, del resto non è sempre una buona idea attaccare i difensori di quell’Ajax quando costruiscono da dietro, visto che erano molto abili nel palleggio e avevano un attaccante non qualunque là davanti su cui calciare lungo per evitare, in casi estremi, di giocare da dietro, il numero 2 lascia a Rijkaard, che decide di giocare semplice e allarga per John van ‘t Schip, il giovane talento olandese va avanti da solo e, palla al piede, taglia tutto il campo, poi vede che non ha più spazio, si guarda alle spalle, c’è di nuovo il 4, gioca un pallone elegante di tacco per lui e va nello spazio, poi il futuro allenatore del Barcellona decide di ripassargli il pallone, una giocata semplice ma efficace, perchè, a quel punto, il compagno si è liberato della marcatura, l’azione procede applaudita dal pubblico, che ancora non sa cosa vedrà tra qualche secondo, John van ‘t Schip va vanti palla al piede, senza fare più di tre passi perchè il difensore avversario cerca disperatamente di fermarlo aggredendolo, ma il giocatore dell’Ajax si libera di lui toccando d’esterno per Bosman, che si trova esattamente sulla striscia più lunga dell’area di rigore, quella che i tifosi che hanno preso il biglietto nel settore dietro la porta avversaria vedono in orizzontale. Bosman, nonostante abbia la possibilità di andare in avanti, preferisce essere altruista, così apre il piattone, disegna una traiettoria morbida che scavalca tutti i giocatori che si trovavano all’interno dell’area di rigore, la palla è per Marco. Il numero 9 si stacca dalla marcatura, molto probabilmente non pensa neanche, non ha il tempo, segue il suo istinto da attaccante di razza e decide di coordinarsi con un’armonia straordinaria e prima mette il braccio sinistro in avanti, poi alza la gamba con cui non colpirà il pallone, la sinistra, carica con la destra e impatta più forte che può, un gesto tecnico straordinario. Il pubblico si alza in piedi appena vede Marco inclinarsi all’indietro con la schiena per poi andare a colpire, per uno-due secondi si spegne il cuore di ogni tifoso della squadra di casa. La palla prende una traiettoria perfetta e diventa imparabile per il portiere, che può solo sperare che esca, ma la palla sbatte sul palo interno e finisce in rete, Marco Van Basten ha segnato uno dei gol più belli della storia del calcio. Non controlla neanche con lo sguardo che il pallone sia entrato, forse lo vede per un istante mentre è in caduta, ma comunque gli basta sentire il pubblico, non solo di casa, applaudirlo e vedere i compagni che gli corrono incontro per congratularsi con lui di questa meraviglia.