Le frasi più belle di Cantona
6 min readE’ il 25 gennaio 1995, la partita è Crystal Palace-Manchester United. King Eric è furioso perchè Richard Shaw, difensore della formazione avversaria, ha ricevuto l’incarico di marcare a uomo il fuoriclasse francese, ma, almeno per i gusti del numero 7, sta esagerando. La Premier è sempre stata famosa per il gioco duro e, in quella partita, il copione non è tanto diverso. Inoltre, lo United deve vincere perchè, in testa alla classifica, ci sono i Rovers (che poi vinceranno il campionato). Il giocatore del Palace è disposto a fare di tutto per provare a contenere Eric, anche alle scorrettezze, che, incredibilmente, non vengono mai punite dal direttore di gara. L’ex Leeds è arrabbiatissimo e non sa spiegarsi come l’arbitro non abbia mai fermato il gioco per assegnare una punizione in suo favore. Al 48′, Peter Schmeichel calcia forte e, con un lancio lungo, spedisce il pallone verso Eric, ma Shaw è ancora lì, attaccato a lui. Anche stavolta prova a fermarlo con le cattive, ma, per il re di Manchester, è troppo. Cantona tira un calcio all’avversario. La sua partita finisce così, l’arbitro Wilkie gli mostra il cartellino rosso e lo spedisce sotto la doccia. Selhurst Park esplode. Il pubblico inizia a protestare per via del gestaccio compiuto dall’attaccante dello United. Il 7 si aggiusta il colletto e si incammina verso gli spogliatoi. Ma la sua strada verso il tunnel viene interrotta da una voce. Un supporter delle Eagles, ai tempi militante nel Fronte Nazionale, partito politico britannico di estrema destra, noto come Matthew Simmons, gli urla dagli spalti:”Vattene a fanculo nel tuo Paese, bastardo di un francese”. La reazione del giocatore la conoscono tutti. Dopo essere stato insultato, decide di rispondere al “tifoso” dandogli un calcio in petto. Inoltre, Eric non sembra volere smettere di usare la violenza, anzi, sembra volere continuare a picchiarlo, ma viene fermato. Questo gesto gli costa tanto: viene squalificato per ben 9 mesi, poi rischia addirittura il carcere, ma se la cava con 120 ore di servizio civile. Inoltre, i Red Devils lo sospendono in via cautelare per 4 mesi. L’attaccante è costretto pure a pagare una multa salatissima. Il sostenitore del Palace, invece, esce dal carcere ventiquattro ore dopo una sentenza.
Poco dopo, Cantona parla in una conferenza stampa ai giornalisti, tutti curiosissimi di sentire le sue parole dopo quello che era successo. King Eric si trova davanti a sè tantissimi microfoni, tutti puntati su di lui. Inizia a parlare:”When the seagulls…” si ferma un secondo a bere un sorso d’acqua che gli era stato versato in un bicchiere, poi continua:”…Follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea. Thank you very much” . Poi si alza in piedi e se ne va. Semplicemente Cantona.
E, dopo tutto quello che ha passato, viene da chiedere se si sia pentito di quello che ha fatto… la risposta è no. Assolutamente no. Anzi, ha dichiarato che quello è stato il miglior momento della sua carriera.
“After his first training session in heaven, George Best, from his favourite right wing, turned the head of God who was filling in at left-back. I would love him to save me a place in his team. Best that is, not God“
Una delle più grandi leggende della storia del Manchester United è stata George Best. Il numero 7 ha fatto la storia di questo club vincendo la Coppa dei Campioni. Poi, tutti conoscono questo fenomeno per il suo carattere, per la sua personalità. George non era un calciatore qualunque, è sempre stato un fenomeno ed è considerato da molti il più grande calciatore nordirlandese che ci sia mai stato. Possiamo dire che Manchester abbia sempre voluto e abbia sempre avuto dei giocatori con un certo carattere, che fossero capaci di reggere la pressione e di rivelarsi decisivi. Senza fare dei paragoni, buttando giù qualche esempio, possiamo dire che i Red Devils hanno avuto calciatori di una personalità straordinaria come Roy Keane e Ferdinand, tra i tanti, oltre ad Eric e a George. E il carattere, specialmente per chi gioca in Premier League, è una caratteristica molto importante da avere. E’ un elemento che va oltre alla tattica, al gioco, al volere dell’allenatore e può fare la differenza. Anche se i giocatori citati erano di ruoli diversi e avevano uno stile di gioco che non c’entra niente l’uno con l’altro, si può dire che tantissimi come questi, abituati a sopportare tutte le critiche e a voltare pagina, hanno vinto tanto. Tutti questi giocatori, poi, sono stati di grandissima utilità nello spogliatoio. Keane, ad esempio, era uno di quelli che, una volta trovato un problema, lo faceva notare immediatamente e anche in maniera “abbastanza” diretta. Da Best in poi, quella maglia con quel numero sopra è diventata storica per i Red Devils. Tutto il mondo del calcio ha pianto la scomparsa di questo campione, Cantona compreso, ovviamente. Il fuoriclasse francese ha dunque deciso di dedicargli questa storica e bellissima frase, che rispecchia anche quello che era lo stile di gioco del fenomeno nato a Belfast.
Critica pesante a Domenech. Eric, spesso, non ha apprezzato il lavoro svolto dall’allenatore con la sua nazionale. Il tecnico francese, infatti, dopo la finale persa nei Mondiali del 2006, ha fallito e fatto figuracce tante volte. Tra le più famose, possiamo citare sicuramente gli Europei del 2008, dove la Francia è stata eliminata al primo turno. E non è di certo finita qua. Ai Mondiali in Sudafrica, nulla è andato in maniera diversa: i Francesi sono stati eliminati al primo turno della competizione. Di nuovo. Inoltre, la qualificazione a quella Coppa del Mondo era arrivata dopo una partita terminata con il risultato di 1-1 contro l’Irlanda. E il modo con cui è stata raggiunta quella qualificazione non è piaciuto neanche un po’ ad Eric. Quel famoso tocco di mano di Henry. ” Quello che mi ha sconvolto è che questo giocatore, alla fine della partita, davanti alle telecamere, si è seduto vicino ad un giocatore irlandese per confortarlo quando lo aveva appena fregato! Fossi stato un irlandese, Henry non sarebbe durato tre secondi”.
Altra frase che può essere utile per comprendere meglio che tipo fosse Cantona. Quando si pensa ad Eric, si pensa alla sua determinazione. La voglia di combattere sempre, qualunque fosse la battaglia, è stata sicuramente una cosa che ha caratterizzato questo fenomeno. Per il re di Manchester, non c’è un avversario, c’è soltanto la voglia di giocare per non perdere. Venire sconfitti fa sicuramente parte del percorso che ogni campione deve affrontare, ma il francese non vuole mai essere dalla parte di quelli che, a partita finita, non possono esultare perchè non hanno portato a casa il successo. Se si prova a riguardare le sue tantissime partite, ci si accorge che questa frase rispecchia perfettamente quello che era il suo modo di giocare a pallone e di affrontare tutte le sfide.
Se un giorno doveste chiedere ad Eric:”Come si calciano i rigori?” Lui risponderà così. Ecco, sicuramente, questo è il metodo migliore per tirarli. Senza pensare se calciare a destra, a sinistra, al centro, di potenza, di precisione o, addirittura, tentare un pallonetto. L’importante, dal dischetto, è mettere la palla dentro. Diciamo che se Jorginho avesse ascoltato questo consiglio di King Eric saremmo andati ai Mondiali, ma a tutti, non solo ai campioni, capita di sbagliare.
Arrivato a Manchester, doveva ovviamente conoscere la squadra e il mister. L’incontro con Sir Alex è storico. Ferguson lo stuzzica con una provocazione che porterà Eric a dare il massimo per non deludere le aspettative:”Mi chiedo se tu sia abbastanza bravo per giocare a Old Trafford“. Cantona decide di rispondere alla sua maniera:”Mi chiedo se Manchester sia abbastanza per me“. Questa è stata la prima volta in cui i due si sono parlati. Iniziava così l’avventura di Eric con lo United. Era soltanto uno dei tanti. Ma poi è diventato il re di Manchester.