La storia dell’Hammarby
13 min readQuella che state per leggere è una storia che probabilmente non conoscete. Perchè in questo articolo parleremo dell’Hammarby, una squadra nordica, svedese per la precisione. Ma cos’ha di particolare questa squadra? E’ una delle più antiche mai nate nel nord Europa, anche perché è il frutto di una serie di unioni che andarono a riguardare diversi sport, tra cui il calcio. In questo articolo noi ne ripercorreremo la storia, dagli inizi, la nascita e le motivazioni che spinsero i fondatori, fino al presente, alle difficoltà che la squadra ha affrontato, ma anche alle vittorie e vi faremo capire anche perchè questo club sia così importante e famoso non solo nel nord Europa, ma nel mondo.
La nascita
All’epoca della nascita dell’Hammarby IF, soltanto i cittadini più ricchi avevano il privilegio di dedicarsi allo sport. Ma nel 1888 Axel Robert Schönthal, un grande appassionato di sport, decise di riunire dei grandi amanti del canottaggio e il 10 aprile 1889 l’Hammarby Roddförening prese vita. Il club scelse come colori rappresentativi il verde e il bianco, poichè la Göteborgs Roddförening (Associazione Canottieri di Göteborg) utilizzava già questi due, poi fu aggiunta una striscia supplementare. I vogatori attivi non erano ricchi e non potevano permettersi di comprare le barche, che quindi dovettero fabbricarsi da soli, con le proprie mani. Questo, purtroppo, portò l’Hammarby a venire discriminato e non potè partecipare a diverse gare.
Arriviamo poi al 1896, quando alcuni uomini, anche loro interessati al mondo dello sport, che vivevano a “Lerbacken” o “Sopbacken” (così veniva chiamato il campo sportivo) scelsero di mettersi in contatto con Hammarby. Questo fu molto importante perchè creò la possibilità di ampliare la portata degli sport e il 7 marzo 1897 fu fondato l’Hammarby Idrottsförening.
In Svezia, il calcio venne introdotto in forma organizzata alla fine del XIX secolo ma ai tempi della fondazione dell’Hammarby IF non esisteva un’associazione di Stoccolma che avesse questo sport come ramo principale e sarebbe passato del tempo prima che il Bajen (soprannome del club) creasse la sua prima squadra del gioco ancora oggi più amato al mondo. Nella capitale svedese c’erano pochi campi e, il 12 settembre 1915, Gustavo Adolfo, principe ereditario, inaugurò un nuovo campo sportivo a Södermalm, Hammarby IP. Quest’ultima squadra, che successivamente divenne Kanalplan, aveva in realtà il nome di Söderstadion al momento dell’inaugurazione e il centro sportivo si trasformò nella base della sezione calcistica dell’Hammarby IF, uno stadio che i biancoverdi utilizzano ancora oggi. Ma anche altre due squadre di calcio desideravano usufruire del nuovo campo sportivo e quindi decisero di unire le forze con il Bajen. Queste due si chiamavano Klara SK e Johanneshovs IF e la prima si unì all’Hammarby lo stesso anno, invece, Johanneshov, distretto nella zona meridionale di Stoccolma che aveva già una squadra di calcio di successo, pose le condizioni per la fusione. Il Bajen cambiò poi denominazione in Johanneshov e le caratteristiche strisce tigrate di quest’ultimo saranno poi utilizzate nelle divise da gioco. I biancoverdi rifiutarono ma tre anni dopo i due club raggiungessero un accordo però il kit a strisce tigrate rimase e l’Hammarby giocò con quella divisa con quelle strisce fino al 1978. La maglia non fu del tutto cancellata ed sopravvisse come kit di riserva, fece pure da modello per le uniforme verdi e bianche usate negli anni 2000.
Quella storica fusione con Johanneshov creò delle migliori condizioni per i biancoverdi, che nella stagione 1920-1921 raggiunsero il massimo livello ed arrivarono terzi nella serie svedese, alle spalle di GAIS e Örgryte. La prima di queste due squadre citate incontrò un’altra volta l’Hammarby in finale del campionato svedese, il GAIS era un club importante che aveva conquistato l’oro di quella competizione nel 1919. Il Bajen uscì dal campo sconfitto, dopo un partita terminata 3-1 in favore degli avversari. Tuttavia era una dimostrazione di come fosse cresciuta notevolmente la squadra, visto che è vero che perse, ma contro un grande avversario.
Durante il secondo decennio del XIX secolo, diversi Svedesi andarono a vivere negli Stati Uniti, cosa che influenzò anche il Bajen, che nonostante questo riuscì a fare una buona stagione primaverile nel 1924 e conquistò la qualifica al nuovo progetto calcistico: l’Allsvenskan.
Nella partita inaugurale, l’HIF affrontò all’Ullevi, una squadra tra le più forti presenti in Svezia in quel periodo: l’Örgryte IS. Rikard Larsson portò in vantaggio la squadra del sud all’undicesimo giro di lancette, fu il primo gol dell’Allsvenskan di tutti i tempi. Purtroppo quell’incontro finì con un’amara sconfitta per 1-5, con le battute d’arresto che poi continuarono il club non ottenne una sola vittoria dopo l’autunno. Nella primavera del 1925 arrivò una soddisfazione: il primo trionfo, una vittoria per 3-2 contro il Landskrona. Ci fu anche un altro successo, ma non bastò per evitare la retrocessione. Nella stagione 1939-1940, i biancoverdi si presentarono in Allsvenskan dopo due vittorie di qualificazione contro l’IFK Norrköping, ma purtroppo la gioia durò troppo poco e il Bajen venne subito retrocesso.
Un paio di anni dopo la stagione dell’Allsvenskan, l’Hammarby iniziò a dare l’impressione che fosse in grado di riprendersi ma la guerra causò un grave peggioramento dell’economia. Inoltre, la sezione di hockey su ghiaccio aveva più successo, del resto aveva conquistato 8 campionati svedesi tra il 1932 e il 1951 e gettò le basi per l’HIF come squadra pubblica, infatti molti giocatori furono attratti da essa. Fu anche durante uno dei tour “Bamsingarnas” che nacque l’embrione del soprannome “Bajen”, quando Stig Emanuel “Stickan” Andersson, durante un viaggio in Inghilterra nel 1946, iniziò a pronunciare Hammarby in inglese:”Hammarbaj”.
La disfatta fu totale nella stagione 1946-1947 quando alcuni giocatori furono reclutati in altre squadre, dato che la formazione biancoverde arrivò ultima in Division 2 e, a causa di un riordino della serie, fu forzatamente retrocessa in Division 4. La sconfitta provocò una revisione della sezione calcio con l’aiuto di Lennart Nyman, leggenda del Bajen, assieme a Folke Adamsson.
Lennart Nyman
Folke Admansson
Ma l’Hammarby non era morto. C’era un futuro anche dopo questo, c’era bisogno di risorgere. Il 13 giugno 1945, Sven “Svenne Berka” Bergqvist, altro giocatore storico del club, giocò la sua ultima partita tra i pali in una partita di allenamento contro il Viipurin Sudet (Vargarna Viborg).
Sven Bergqvist
Il 5 giugno dell’anno successivo, quando i Finlandesi si offrirono di nuovo e i biancoverdi si diressero verso est, una luce brillante si accese in fondo a quel tunnel cupo: Lennart “Nacka” Skoglund fece il suo debutto nella squadra A proprio contro il Vargarna Viborg.
Lennart Skoglund
Il ritorno nell’ Allsvenskan
Per vedere il ritorno di Hammarby nell’ Allsvenskan, dalla divisione 4, bisognerà aspettare la stagione 1953-1954. E in sei anni, il Bajen tornò in prima divisione svedese. Questa squadra divenne leggenda e nella storia è ricordata come “54s”. La squadra rimase imbattuta in divisione 2, senza perdere una partita, e questo dimostra lo spirito di battaglia e la fame della squadra di tornare a brillare in Svezia. Negli anni successivi, la squadra fu “altalenante”, scendendo varie volte in Divisione 2 e tornando spesso nell’ Allsvenskan.
Arrivano i cori e il calcio femminile ad Hammarby
Il 1970 fu un anno memorabile per Hammarby, non tanto sul piano calcistico, dove la squadra fece comunque un buon campionato, ma più che altro sull’ innovazione. Procediamo per gradi e andiamo a vedere cosa successe in quel 1970 per i biancoverdi. La squadra, in quell’ anno, cominciò un lungo periodo in cui consolidò la categoria rimanendo nell’Allsvenskan. La stagione iniziò male per il Bajen, ma alla dodicesima giornata, l’HIF batté 3-1 l’Åtvidaberg con doppietta di Tom Turesson e uno di “Lill-Hinken” Holmberg. Questo fu l’ inizio di un autunno in cui la squadra rimase imbattuta e grazie a questa striscia di imbattibilità salì al 5° posto. Inoltre, nel secondo tempo di quella partita, al Söderstadion, i tifosi di Hammarby intonarono un coro che lentamente si diffuse e ad ogni partita si sentì sempre più forte. L’autunno del 1970 fu importante per il tifo svedese e fu l’ inizio di quello che divenne il Bajen Fans nel 1981.
Sempre nel 1970, Hammarby introdusse il calcio femminile, fondando una squadra di un gruppo di ragazze appassionate di calcio di Örby, che iniziò a giocare l’anno seguente nella neonata serie I di Stoccolma sotto la guida dell’ allenatore Christer Molander. L’HIF, in questa annata storica, si classificò terzo con 4 vittorie e 2 pareggi nelle 8 partite singole. Hammarby divenne uno dei club svedesi con più successo nel calcio femminile, con un primo posto nella 1a classifica del massimo campionato, una medaglia d’oro nel campionato svedese e due titoli di Coppa di Svezia.
1982, l’“anno della samba” e battute finali del campionato svedese
Negli anni ‘70, Hammarby conquistò molti punti in casa e pochi in trasferta e ciò fa capire come i tifosi fossero vicini al club. Nel 1977, il Bajen arrivò a giocare la finale di Coppa di Svezia, che però perse 1-0 contro l’Öster per opera di Anders Linderoth, che segnò l’unico gol della partita. Nel 1979, Hammarby raggiunse il suo miglior risultato della storia arrivando sesto in campionato. Ma nel 1982 la squadra crebbe: sulla panchina dell’ HIF arrivò Bengt Persson, l’ inizio della stagione fu stentato, ma la squadra poi si riprese e giocò un calcio che affascinò tutto il pubblico calcistico svedese. Ed è questo l’“anno della samba”, in cui il Bajen gioca un calcio affascinante, ma non solo. Nell’ ultimo turno dell’ Allsvenskan, al Söderstadion arriva l’ IFK Göteborg, e i biancoverdi surclassano per 4-1 i campioni in carica della Coppa UEFA. E ciò fa pensare che quel calcio affascinante sia anche efficace In quegli anni, le prime 8 squadre dell’Allsvenskan si qualificavano per i play-off e dopo una netta vittoria ai quarti di finale contro l’Örgryte, Hammarby andò a giocare la semifinale contro l’Elfsborg in trasferta, ei padroni di casa vinsero 3-1, ma al Söderstadion, tra le mura di casa, cambiò la sostanza: il Bajen vinse 3-0 e si aggiudicò la finale play-off. Ancora una volta, al Söderstadion, l’ HIF, spinto dai tifosi, raggiunse un altro grande traguardo. In finale si attendeva l’IFK Göteborg, proprio quelli che l’Hammarby sconfisse per 4-1 all’ ultimo turno di campionato, i vincitori della Coppa UEFA, e nonostante la pesante sconfitta nell’ultima partita dell’ Allsvenskan, il favorito era l’IFK Göteborg, ma l’Hammarby vinse la prima partita fuori casa per 2-1 grazie a un gol di Peter Gerhardsson all’87° minuto. I favoriti cambiarono così e la settimana prima della partita di ritorno al Söderstadion ci furono molte “pagelle d’oro” e quindi non fu un Hammarby pienamente concentrato quello che perse in casa per 1-3 e dovette così accontentarsi della medaglia d’argento.
Anche la squadra femminile raggiunse la finale del campionato svedese. Gli incontri di semifinale contro l’Öxabäck si conclusero con nette vittorie: 3-2 a Västergötland e ben 7-1 in casa dell’Hammarby IP. La finale fu con il Sunnanå e furono due partite difficilissime. Il primo incontro a Skellefteå si concluse a reti bianche, e il “Kanalplan” 1600 dovette tornare a casa a mani vuote quando il Sunnanå vinse per 2-0. Il record stagionale fu una strana sorta di doppietta, perché anche in Coppa di Svezia l’Hammarby arrivò a una finale persa. Dopo il 4-1 in semifinale contro l’AIK, perse con gli stessi numeri in finale contro lo Jitex. Nonostante le sconfitte in finale, sia per la squadra maschile che femminile, il Bajen fu comunque una squadra tra le grandi in Svezia, che concluse il cammino in finale play-off, giocandosi fino all’ultimo la vittoria.
1985, vittoria finale delle donne
Dopo la netta vittoria nella stagione regolare, l’Öxabäck fudi nuovo atteso in semifinale e ancora una volta l’Hammarby partì in trasferta. Questa volta la situazione era a dir poco precaria dopo la partita di Hagavallen, vinta dalla squadra di casa per 3-0. Nella seconda frazione di gioco a Södermalm, Carola Brage-Melin iniziò bene la partita al primo minuto. Tuttavia, il 2-0 di Maria Vargas venne realizzato solo nel secondo tempo e il pionieristico club del comune di Marks sembrò resistere. Ma nei tempi supplementari, al 92’, Anette “Silen” Nilsson intervenne con il più importante dei suoi tantissimi gol in carriera. L’attaccante mise a segnoil gol vittoria all’inizio dei tempi supplementari, per il 4-3 finale.
In finale, questa volta si attendeva il GAIS e qui Bajen ebbe un percorso più facile rispetto alla faticosa vittoria in semifinale. “Silen” segnò tre dei gol dell’ Hammarby nella partita casalinga, vinta per 4-0, e in una partita più equilibrata in trasferta al Nya Ullevi, due gol di Vargas fecero la differenza. Vittoria per 3-2, per un totale di 7-2. Il 16 ottobre, le donne vinsero il primo scudetto SM dell’ Hammarby IF Fotboll. Qui “Silen” Nilsson e Lilie “Mrs Hammarby” Persson festeggiano l’oro.
“Silen” Nilsson e Lilie “Mrs Hammarby” Persson festeggiano l’oro
1989, la meraviglia di Karlstad
Alla fine degli anni ‘80, l’Hammarby fu afflitto da problemi finanziari, i giocatori più importanti scomparvero, e il Bajen uscì dall’ Allsvenskan. Così inizio un nuovo periodo di salti tra divisioni. Ma nel 1989, l’HIF fu di nuovo nella massima divisione del calcio svedese, grazie a una vittoria in trasferta per 6-0 contro il Karlstad. Fino ai minuti finali, la partita era inchiodata sul 3-0 in favore degli ospiti, questo di solito è un risultato più che tranquillo per la squadra in vantaggio, ma questa volta, sul tabellino della partita dovevano risultare 6 gol dell’ Hammarby. Il risultato, al 93’ è di 0-6 per gli ospiti, complice una rete di Niclas Jönsson che contribuì al raggiungimento della promozione.
Abbiamo appena assistito a una delle storie più incredibili del calcio svedese: una squadra che lotta, vince molti titoli, una tifoseria vicina più che mai alla squadra… Insomma, una storia splendida, di una squadra che non molla mai e che non ha mai mollato, tornando sempre nell’ Allsvenska, dopo il salto all’ indietro in serie minori.
1997: il centenario
Un anno importante per tutte le squadre, il centenario dalla nascita. Durante il 1997 lo storico slogan dell’Hammarby “un anno in uno” diventò, per molti tifosi, “cento anni in uno”. Il 97’ è anche un ottimo anno dal punto di vista dei successi per la squadra che durante l’anno riuscì a tornare nell’Allsvenskan, la massima serie svedese. Ciò sopratutto grazie all’allenatore Rolf Zetterlund e anche grazie a due vittorie nel classico derby contro il Djurgården, che portarono alla vittoria della divisione 1 nord. Addirittura, l’anno dopo l’Hammarby riuscì a sfiorare la vittoria del campionato: a comando dell’Allsvenskan per gra parte della stagione, perse poi punti nella parte finale arrivando così terza. Da segnalare anche un record in negativo dell’allenatore Rolf Zetterlund, che nella stagione successiva fu il primo allenatore della storia dell’Hammada ad essere licenziato per gli scarsi risultati ottenuti nella prima parte di stagione.
2001: finalmente la vittoria
Durante quell’anno la dirigenza fece sapere al successore di Zetterlund, Sören Cratz, che il suo contratto non sarebbe stato prorogato, per via di una crisi economica e di un pessimo pre-stagione da parte della squadra. A inizio stagione la squadra di Cratz era data come una delle peggiori, ma il gruppo, unendo le forze, riuscì miracolosamente a vincere le prime sette partite di fila, e a continuare la stagione senza perdere molti punti. Ironicamente, la maggior parte dei punti vennero persi contro lo Stoccolma, la più diretta rivale al titolo. La vittoria arrivò alla penultima giornata nello stadio di casa, il Söderstadion, grazie ad una vittoria per 3-2. L’Hammarby potè così festeggiare la vittoria nel proprio stadio di casa. Negli anni successivi, con il nuovo allenatore Anders Linderoth, il Bajen riuscì a mantenere sempre ottimi piazzamenti, come ad esempio nel 2003 un secondo posto e nel 2006 un terzo posto, senza mai però riuscire a trionfare completamente.
2008-2015: la Coppa Intertoto e il presente
Nel 2007 venne annunciato a sorpresa il nuovo allenatore: Tony Gustavsson. La sorpresa derivò dal fatto che egli era molto giovane e inesperto. Nonostante ciò però, nel 2008, oltre ad un sesto posto, l’Hammarby conquistò la coppa Intertoto e si qualificò ai preliminari di coppa UEFA, poi persi al terzo turno contro il Braga. Nel 2009 però, Gustavsson fu costretto a lasciare l’incarico per via dei risultati negativi della squadra. A lui subentrò Thom Åhlund, che però non riuscì a risparmiare all’Hammarby la retrocessione nel Superettan, la seconda divisione svedese.
La stagione nel Superettan, la prima dopo 12 stagioni in massima serie, cominciò con alla guida della squadra Michael Borgqvist e Jesper Blomqvist. Loro vennero poi sostituiti durante la stagione da Roger Franzén, che tuttavia non riportò la squadra nell’Allsvenskan. L’Hammarby riuscì tuttavia a raggiungere la finale di coppa di Svezia, che venne persa però in finale contro Helsingborg per 1-0.
Il 2011 fu un anno altalenante, con la squadra che alternava belle vittorie a pesanti sconfitte. In Autunno l’allenatore Franzén lasciò l’incarico e subentrò a lui il vice allenatore Roger Sandberg. In questa stagione l’Hammarby evitò di dover giocare le qualificazioni per non retrocedere solo all’ultima giornata grazie alla vittoria per 1-0 contro l’Ängelholm.
Per la stagione 2012 l’americano Gregg Berhalter assunse la guida della squadra. Nonostante le 4 vittorie nelle prime 5 giornate la squadra si trovò costretta ad effettuare dei cambiamenti per cercare di essere più competitiva, e uno di essi fu il ritorno in squadra di Kennedy Bakircioglu. Alla fine finirono la stagione quarti.
Il 2013 fu l’anno della rivoluzione, dato che venne cambiato lo stadio, passando dall’Söderstadion alla Tele2 Arena. I tifosi trovarono però questo cambio così repentino e senza preavviso inopportuno. Gradualmente la squadra stava perdendo punti e posizioni, e Berhalter venne licenziato pochi giorni dopo l’amichevole contro il PSG. L’ex giocatore Thomas Dennerby prese le redini della squadra, che si trovava in una situazione abbastanza disperata, e portò l’Hammarby alla conquista della quinta posizione.
Nel 2014 arrivò sulla panchina del Bajen Nanne Bergstrand. Dopo le tensioni iniziali per il cambio, anche gli effetti del nuovo stadio cominciavano a vedersi: nonostante giocasse ancora in “serie B”, l’Hammarby faceva in media a partita 20.451 spettatori quando giocava in casa, più di qualsiasi altra squadra svedese. Inoltre i biancoverdi riuscirono a ritornare nella massima serie grazie alla vittoria per 5-0 all’ultima giornata contro il Jönköpings Södra.
La stagione successiva iniziò nel migliore dei modi, con 41.063 che andarono ad assistere al primo derby di contea da 6 anni a quella parte, contro l’AIK. La partita in trasferta si concluse 2-1 in favore del Bajen, che passò così il turno. Anche in campionato la stagione iniziò bene, con la vittoria per 2-1 contro il Djurgården, ma vide un crollo in estate e la squadra biancoverde dovette cercare di recuperare in autunno, grazie anche ad un altra vittoria nel derby contro l’AIK per 1-0. Durante la stagione, l’Hammarby, grazie ad una media di 25.507 a partita in casa, ottenne il titolo di squadra più popolare di tutti i tempi in Svezia, strappando così il titolo all’Örgryte che lo deteneva dal 1959.
(Articolo di Cristiano Cavallaro, Andrea Ascari e Lorenzo Volponi)