Dicembre 30, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

Dino Zoff: dai campi in mezzo al fango in Friuli alla vittoria del Mondiale.

7 min read

Dino Zoff nasce a Mariano del Friuli, il 28 Febbraio 1942. Da molti è considerato uno dei migliori portieri della storia italiana, se non il migliore, ed il miglior portiere italiano al pari di Buffon. Ma oltre che un grande portiere, è stato anche un grande uomo. Apprezzato durante la sua carriera sia da compagni sia da avversari, è rimasto sempre umile e ligio al dovere. Ha giocato la maggior parte della sua carriera alla Juventus, squadra di cui è diventato una bandiera, ma ha vestito anche le maglie di Udinese, Mantova e Napoli.

Le origini

Come raccontato da lui stesso, ha cominciato a giocare in porta in mezzo a degli alberi nel suo paesino, a Mariano. Quasi ogni giorno tornava a casa per i tuffi fatti in mezzo al fango, con la sua maglia con il numero uno sopra. Viene notato dall’allenatore della squadra del suo paesino, la Marianese, e a 14 anni tenta dei provini per la Juventus e l’Inter, ma viene scartato per la sua bassa statura, venne poi accettato all’Udinese. Come ammesso da egli stesso, all’inizio la sua famiglia non credeva molto nel calcio, e si trovò quindi un lavoro come meccanico, dovendo così alternare tra lavoro e allenamenti. Fin dall’inizio della carriera, si caratterizzò fra i pali per il suo formidabile senso della posizione, e per la sobrietà degli interventi (ha ammesso egli stesso che non amava le parate spettacolari, ma preferiva parate semplici e efficienti). Debuttò in serie A il 24 Settembre 1961, in una partita persa 2-5 dall’Udinese contro la Fiorentina. La stagione successiva, con la retrocessione in B dell’Udinese, divenne il titolare stabile della squadra, nonostante le sue prestazioni altalenanti.

Zoff in una delle sue prime partite all’Udinese

Il Mantova e la consacrazione

La stagione successiva Zoff ritornò in A, e venne acquistato dal Mantova per 20 milioni di lire, squadra di cui già dalla prima stagione divenne titolare a seguito dell’infortunio del primo portiere. Al Mantova Zoff disputò 131 partite nell’arco di 4 stagioni, imponendosi sulla scena italiana come uno dei portieri del futuro.

Nell’estate del 1967 arrivò la definitiva consacrazione, con squadre del calibro di Milan e Napoli che espressero interesse per il portiere friulano. Nonostante fosse ad un passo dal Milan, Zoff andò alla squadra partenopea. Con il Napoli disputò 143 partite, scendendo in campo ininterrottamente dal suo debutto il 24 Settembre 1967 fino al 12 Marzo 1972, dove andò incontro ad un infortunio al malleolo. Durante la sua permanenza al Napoli stabilì anche 2 record: nella stagione 1970-71 subì solo 18 goal in 30 partite, ottenendo anche un imbattibilità di 590′. Finì la sua esperienza al Napoli con una finale di Coppa Italia persa 2-0 contro il Milan

Una figurina di Zoff ai tempi del Napoli

La Juventus

Nell’estate del 1972, dopo una serie di scambi di cartellini che coinvolsero Juventus e Napoli, il portiere friulano approdò a Torino sponda bianconera. Qui Zoff otterrà la definitiva consacrazione come uno dei portieri più forti della storia italiana, diventando anche una storica bandiera della squadra. Alla Juventus vinse 6 Scudetti, 2 Coppe Italia e la Coppa UEFA della stagione 1976-77 (la prima competizione europea della storia della Juventus). La sua carriera come giocatore terminò nella stagione 1982-83, a seguito di una finale di Coppa dei Campioni per contro l’AEK Atene. Come ultimo trofeo sollevò la Coppa Italia nella stessa stagione, vinta contro il Verona. Alla Juventus stabilì anche una serie di record: nella stagione 1972-72 stabilì il nuovo record di imbattibilità della Serie A, con 902′ di imbattibilità; nella stagione 1981-82 subì solo 14 goal, stabilendo così un record nella storia bianconera; infine, durante le 11 stagioni in bianconero non saltò mai una singola partita di campionato, scendendo in campo per 330 partite di fila. Arrivò inoltre a toccare le 570 presenze in campionato, venendo poi superato solo nel 2005 da Paolo Maldini.

Zoff durante un allenamento con la Juventus

La nazionale

Zoff ricevette la prima convocazione in nazionale nel 1968 a 26 anni, per la qualificazioni ai campionati europei. All’epoca doveva contendere il posto da titolare con Enrico Albertosi, altro storico portiere italiano. L’esordio di Zoff avvenne in una partita contro la Bulgaria, ove la nazionale italiana era chiamata a ribaltare il 3-2 subito all’andata. Come già detto prima, il CT Valcareggi era solito puntare su Albertosi, ma l’infortunio suo e del secondo portiere Lido Vieri costrinse il CT a puntare su Zoff come titolare. La partita si concluse 2.0 in favore dell’Italia, che ottenne così la qualificazione. Nel Giugno dello stesso anno, la nazionale italiana riuscì a raggiungere la finale della competizione e a battere 2-0 nella ripetizione della partita contro la Jugoslavia. In entrambe le partite le parate di Zoff si rivelarono decisive, tanto che venne inserito nella squadra ideale del torneo.

Nel mondiale del 1970 inizialmente Zoff, fu titolare, salvo poi accomodarsi in panchina per la fase finale del torneo e vedere la nazionale perdere in finale contro il Brasile. Dopo ciò Zoff continuò ad accomodarsi in panchina, salvo poi nel 1971 riprendersi le chiavi della porta azzurra e stabilendo un lungo record di imbattibilità 1142′, il record assoluto per una nazionale di calcio, da Italia-Jugoslavia del 20 Settembre 1972 fino ad Haiti-Italia del 1974.

Dopo un deludente mondiale, terminato con l’eliminazione dell’Italia al primo turno, sulla panchina dell’Italia approdò Enzo Bearzot, inizialmente affiancato da Fulvio Bernardini. A seguito della mancata qualificazione all’Europeo del 1976. Nel mondiale del 78′, con Bearzot come unico mister, l’Italia riuscì ad ottenere un buon quarto posto; durante questa competizione, dopo la sconfitta in semifinale contro l’Olanda, Zoff venne aspramente criticato da Gianni Brera a causa dei 2 goal subiti da lontano in semifinale.

Nel campionato europeo del 1980, Zoff fu ancora titolare e capitano. La squadra concluse al quarto posto dopo una sconfitta ai rigori contro la Cecoslovacchia. Zoff venne inserito nel best 11 del torneo.

Il culmine della carriera di Zoff in nazionale fu sicuramente il mondiale dell’82’. Nonostante le critiche della stampa, Bearzot decise di dare fiducia al portiere friulano. Nella partita d’esordio del torneo arrivò a toccare le 100 presenze in nazionale, diventando il primo a riuscirci nella storia della nazionale italiana. Dopo il un girone deludente, concluso con 3 pareggi, l’Italia riuscì comunque a passare per la differenza reti. Allora, per evitare distrazioni, la squadra opto per un silenzio stampa, e Zoff fu l’unico a parlare con i giornalisti per il resto del torneo. Il portiere fece ottime prestazioni per tutto il torneo, dove eseguì anche la parata definita da lui stesso come il più importante della sua carriera, ovvero la parata nei minuti finali di Italia-Brasile. Su un colpo di testa di Oscar da davanti alla porta, Zoff riuscì a trattenere la palla sulla linea, evitando pericolose respinte e salvando il risultato.

La fermai sulla linea. Passai cinque secondi terribili. Non vedevo dove fosse l’arbitro e pensavo potesse aver visto male. Io, fortunatamente, rimasi con la palla inchiodata lì. Poi, scorsi l’arbitro sulla mia destra. Aveva visto giusto, e allora mi rilassai…

Dino Zoff

Dopo la vittoria sul Brasile, gli azzurri batterono in semifinale la Polonia 2-0, e infine, l’11 Luglio a Madrid batterono la Germania Ovest 3-1, diventando così campioni del mondo. Con questa vittoria, Zoff divenne il più anziano giocatore della storia a vincere un mondiale, e il primo giocatore italiano a vincere sia il Mondiale sia l’Europeo.

il 23 Maggio 1983, a 41 anni, Zoff scese per l’ultima volta in campo con la nazionale, in un Svezia-Italia 2-0. Concluse così, con 112 presenze in totale, la sua carriera con la maglia azzurra

La celebre foto della partita a scopone con la coppa del mondo: seduti al tavolo sono presenti Zoff, Sandro Pertini, Causio e Bearzot

La carriera fuori dal campo

Dopo il suo addio al calcio giocato, Zoff rimase nella stagione successiva alla Juventus come preparatore dei portieri. Dopo questa parentesi, venne chiamato come selezionatore olimpico, e riuscì a portare la squadra alle olimpiadi del 1988.

Nell’estate del 1988 venne richiamato alla Juventus come tecnico, dove rimase per 2 stagioni. Durante questa breve parentesi ottenne 2 quarti posti consecutivi in campionato, ma nella seconda stagione riuscì a centrare il double Coppa UEFA-Coppa Italia. Nella stagione 1990-91, in seguito al riassetto societario messo in atto dalla Juventus e al conseguente esonero. Dopo 2 piazzamenti a metà classifica, nella terza stagione riuscì a riportare la squadra in Europa dopo 15 anni. Durante la gestione del finanziere Sergio Cragnotti, Zoff ricoprì anche il ruolo di presidente, in contemporanea a quello di allenatore nel 1997, a seguito dell’esonero di Zdeněk Zeman.

A seguito dell’eliminazione dell’Italia ai mondiali del 1998, Zoff venne chiamato sulla panchina della nazionale azzurra al posto dell’esonerato Cesare Maldini. Grazie alla sua abilità e alle sue intuizioni (come la promozione stabile in prima squadra di Francesco Totti e Gianluca Zambrotta), il CT friulano riuscì a portare l’Italia all’atto finale degli Europei del 2000, eliminando in semifinale l’Olanda, una delle più grandi favorite del torneo. L’Italia tuttavia, che si trovava in vantaggio fino al 90′, venne rimontata nei minuti di recupero in finale dalla Francia e sconfitta al golden goal. Dopo le aspre critiche fatte nei suoi confronti da Silvio Berlusconi, all’epoca presidente del Milan, Zoff decise di effettuare delle dimissioni di “dignità”, come ammesso da lui stesso. Nel 2001 ritorno alla Lazio, portando la squadra ad ottenere un terzo posto ed una qualificazione in Champions. Venne però esonerato nella stagione successiva dopo un inizio di stagione con una serie di brutte sconfitte. Terminò la sua carriera di allenatore nella stagione 2004-2005 portando alla salvezza la neopromossa Fiorentina.

Zoff sulla panchina della Lazio

E questa era la storia di Dino Zoff, una storica leggenda del calcio italiano. Ancora oggi Zoff concede interviste, e ha anche collaborato nello scrivere un libro su quello storico mondiale dell’82’. Un umo all’antica, sempre ligio al dovere, mai sgarbato ne dentro ne fuori dal campo. Un altro di quei giocatori che dovrebbe essere preso come esempio di comportamento dai giocatori moderni, non solo nel calcio, ma in qualunque sport.

Lascia un commento