Dicembre 21, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

Paul Stratton, il tifoso dell’Everton che ha segnato a Goodison Park dopo avere aiutato le famiglie rifugiate al confine tra Polonia ed Ucraina

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Ieri, a Goodison Park, è andata in scena una partita amichevole tra Everton e Dinamo Kiev, terminata con una vittoria per 3-0 in favore dei Toffees. Le reti sono state messe a segno da Calvert-Lewin, che ha realizzato un gol di testa, e da McNeil, che ha lasciato il segno la prima volta con un mancino da fuori area terminato nell’angolo basso alla sinistra dell’estremo difensore avversario e la seconda con un’incornata dall’interno dell’area di rigore. I Blues, con questo 3-0, hanno trovato un successo che li prepara al meglio in vista della prima giornata di campionato. Tuttavia, oggi, non siamo qui per raccontare il trionfo dell’Everton o per sottolineare la bravura dei suoi talenti, ma per parlare di una meravigliosa storia vissuta da un tifoso dei Toffees chiamato Paul Stratton. Tutti i giorni leggiamo o sentiamo ai telegiornali quello che sta accadendo in Ucraina, dov’è in corso una guerra che non è ancora finita. Il match di ieri potremmo definirlo come una “partita per la pace” disputata dalle due squadre per promuovere ancora una volta il solito messaggio, ovvero che la guerra è inutile e che deve tornare la quiete. Il calcio, essendo visto da tantissime persone, va sfruttato anche per promuovere ideali del genere, che vanno oltre al risultato di un incontro o un trofeo di prestigio. Paul Stratton, grande sostenitore dell’Everton che abbiamo citato prima, ha avuto il coraggio di partire in macchina dall’Inghilterra per arrivare in Polonia, al confine proprio con l’Ucraina, assieme a suo fratello, aiutando tutti quelli che si trovavano o che tuttora si trovano in un momento di grande difficoltà e portando loro beni di prima necessità fondamentali per vivere. Dunque, il tifoso 44enne ha deciso di non stare a casa e sperare che non accadesse nulla di grave, ma di fare qualcosa di più, andando a dare una mano ai rifugiati, nonostante non gli fosse stato richiesto. Un gesto meraviglioso. Ieri, lo stadio si è tinto di giallo e di azzurro per via delle tante bandiere dell’Ucraina presenti sugli spalti. E’ stato qualcosa di unico perchè l’atmosfera e il motivo per cui si è disputata questa sfida ha fatto sembrare il risultato finale un dettaglio irrilevante. L’Everton, orgoglioso di quello che aveva fatto il tifoso, ha deciso di omaggiarlo e gli ha regalato qualcosa di indimenticabile.

Siamo nel finale della partita, Frank Lampard, tecnico dei Toffees, decide di sostituire Dele Alli. La lavagnetta luminosa mostra il numero 38 colorato di verde. Dal tunnel esce proprio Paul. Probabilmente non ci crede neanche lui. Non sta sognando. E’ tutto vero! Si tira su i calzettoni, poi, il mister della sua squadra del cuore lo chiama, con un gesto con la mano lo invita ad entrare in campo. Il grande sostenitore dei Blues va verso di lui, i due si abbracciano dopo essersi stretti la mano.

Arriva il momento dell’ingresso in campo, Paul ha l’onore di calpestare l’erba di Goodison Park, che per i tifosi dell’Everton non è di certo una cosa qualunque. Poi c’è l’abbraccio con Dele Alli, che gli lascia il posto e si accomoda in panchina dopo aver regalato un altro momento indimenticabile al supporter, che abbraccia pure il numero 20.

C’è un calcio di rigore per l’Everton. L’incaricato per la battuta del tiro dal dischetto è proprio il tifoso subentrato al posto dell’ex giocatore del Tottenham. Prende la rincorsa, sente il fischio del direttore di gara e calcia con il destro, il tiro è angolato e termina alla destra dell’estremo difensore avversario. Rigore perfetto. I Toffees si portano sul 4-0 grazie alla rete dagli 11 metri firmata Paul Stratton. Il numero 38 corre verso i suoi tifosi per esultare, addirittura si inginocchia davanti a loro e festeggia così una rete indimenticabile. Anche i compagni di squadra si congratulano con lui per il gol messo a segno.

Una scena che finirà nella storia dell’Everton. Il giusto modo di omaggiare una persona che ha fatto qualcosa di stupendo. Un lieto fine che sarebbe ancora più bello con la fine della guerra.

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