Barcellona Mès que un Club, una storia di eccellenza in tutti gli sport – Dalla A alla Z, le storie di tutti i club europei più importanti
8 min readIl Barcellona Fútbol Club è una società calcistica spagnola, con sede nella città di Barcellona, distaccamento dell’omonima polisportiva, della quale sicuramente è il fiore all’occhiello. I Blaugrana, infatti, sono una delle squadre più titolate della storia del gioco, sia in campo nazionale che internazionale, come dimostra la ricchissima bacheca del Club, che può contare su: ventisei titoli nazionali (l’ultimo nel 2018-19); trentuno Coppe di Spagna (l’ultima nel 2020-21); due Coppe della Liga (un antico trofeo spagnolo vinto dai catalani nel 1983 e nel 1986); tredici Supercoppe di Spagna (l’ultima vinta nel 2018); tre Coppe Eva Duarte (una competizione a cadenza annuale, che il Barcellona ha vinto nel 1948, 1952, 1953, e che adesso non esiste più); quattro Coppe delle Coppe, cinque Coppe dei Campioni/Champions League, cinque Supercoppe UEFA e tre Coppe del Mondo per Club. Attualmente il Barcellona milita in Liga, la massima divisione del calcio spagnolo ed è una delle uniche tre squadre, insieme ad Athletic Bilbao e Real Madrid, a non essere mai retrocessa. L’allenatore è Xavi, ex calciatore e bandiera del Club, mentre lo stadio è il famosissimo Camp Nou (che da quest’anno è ufficialmente conosciuto come Spotify Camp Nou per via dei nuovi accordi di sponsorizzazione), che con più di 99 mila posti a sedere è considerato uno dei più belli del mondo e il più capiente d’Europa.
Le origini
Il Barcellona fu fondato nel 1899 da un gruppo di giovani stranieri che vivevano a Barcellona, i quali sfruttarono la crescente popolarità del gioco del calcio e di altri sport britannici in Europa per costituire una delle polisportive più famose del mondo. Tra i fondatori della società catalana rientra Joan Gamper, la forza trainante del Club nei suoi primi venticinque anni di storia, un uomo che andò oltre il ruolo di giocatore, allenatore e dirigente e per il quale, annualmente, il Barça organizza un torneo amichevole dedicato alla sua memoria. Ma come è stata fondata la società? Nel 1898, Hans Gamper arrivò a Barcellona per motivi professionali, e nel tempo libero si dilettava a giocare a calcio con alcuni amici a Bonanova, uno dei quartieri della città. Nell’ottobre 1899, Gamper pubblicò un annuncio sulla rivista “Los Deportes”, allo scopo di trovare giocatori interessati a formare una squadra di calcio e, il 29 novembre, lui e altri undici uomini si riunirono al Ginnasio Solé per formare un’associazione che avrebbe portato il nome e lo stemma della città: Fútbol Club Barcelona. L’obiettivo del fondatore era quello di creare un’organizzazione aperta tutti, che doveva servire come strumento di integrazione sociale e, in senso di gratitudine nei confronti della Catalogna, Gamper infuse l’impegno per la conservazione e il mantenimento dell’identità catalana al suo Club. Se queste sono le origini, ora parliamo del primo trofeo vinto dal Barça, ovvero la Copa Macaya, che fu il precursore del Campionato catalano dell’epoca. La prima Copa Macaya risale al 1900, quando il presidente del Club Hispánia annunciò di organizzare una competizione tra squadre provenienti proprio dalla Catalogna. Tale competizione, però, scomparve un anno dopo la creazione del Campionato catalano.
La storia recente
Partiamo dal 1973, forse è una data un po’ vecchia per poter parlare di storia recente, ma non parlare di Johan Cruijff al Barcellona è blasfemia. Il fenomeno olandese fu ingaggiato dal Club blaugrana il 13 agosto di quell’anno, dopo aver dimostrato un’ intelligenza tattica e una tecnica fuori dal comune nei suoi primi anni all’Ajax. Il “Profeta del gol”, inoltre, nella partita contro l’Atlético Madrid del 23 dicembre 1973, segnò una delle reti che tutti i tifosi del Barça ricordano: l’olandese vola in aria per intercettare il pallone di Rexach e battere il portiere Reina.
La prima, splendida, stagione di Cruijff con la maglia blaugrana fu una vera e propria collezione di trionfi, a partire dal 5-0 nel “Clásico”, contro il Real Madrid (al Bernabéu, peraltro), fino alla vittoria, con ben cinque giornate d’anticipo, di una Liga che mancava da ben quattordici anni.
A partire dal 1988, è proprio l’ormai ex giocatore olandese il manager del Club e con Cruijff in panchina, il gioco del Barça, basato sulla rapidità e un inconfondibile stile offensivo, è a dir poco spettacolare.
Fu proprio Cruijff a pronunciare queste parole, che da nuovo allenatore intendeva cambiare radicalmente lo stile di gioco del Club incorporando il “calcio totale” di Rinus Michels all’interno dello stile spagnolo. L’epoca di Cruijff fu più che gloriosa, e il primo successo fu quello della Coppa delle Coppe 1989, quando i blaugrana si imposero per 2-0 contro una Sampdoria destinata, di lì a poco, a diventare una delle squadre più forti d’Europa in quel decennio. Il 20 maggio 1992 c’è di nuovo Barcellona-Sampdoria, sempre in una finale di una competizione europea, di sicuro più importante, la finale di Coppa dei Campioni. Al 90′ il risultato è di 0-0, così si va ai supplementari, in una partita dove forse, fino ad allora, la compagine italiana aveva meritato di più rispetto agli spagnoli. Al 111′, però, una punizione di Ronald Koeman permise ai 25.000 tifosi blaugrana andati a Wembley di festeggiare il titolo nella più importante competizione europea per Club. Dopo aver vinto anche la Copa del Rey 1990, a Cruijff mancava solo l’affermazione in Liga, l’unica competizione che non aveva ancora vinto. Così, giusto per farsi ricordare dai tifosi, vinse la prima divisione spagnola per quattro anni di fila, dal 1991 al 1994. Dal 2008-09, il Club è stato guidato da Pep Guardiola, che puntò fortemente sul settore giovanile, la famosa Masía e fece vivere ai blaugrana un altro periodo dorato. Nella prima stagione alla guida del Club, Guardiola vinse tutte e tre le competizioni a cui prese parte, firmando subito uno storico Triplete composto da campionato, Copa del Rey e Champions League. L’anno successivo, il 2009, fece ancora meglio: non solo tornò a sollevare i tre titoli appena citati, ma a questi andò ad aggiungere anche la Supercoppa di Spagna, la Supercoppa UEFA e il Mondiale per Club, vincendo così ogni coppa o campionato al quale la sua squadra aveva preso parte. Inutile dire che il Barcellona di quegli anni (quello degli extraterresti Puyol, Xavi, Iniesta e Messi, per intenderci) è stato e sempre rimarrà una delle squadre più forti della storia del gioco. Nel 2012 si concluse l’era Guardiola, ma il Barcellona continuò a vincere anche con Tito Vilanova, assistente di Pep e promosso primo allenatore proprio in quell’estate. Nel 2015, il Barça tornò a conquistare il Triplete, vincendo la finale di Champions League (contro la Juventus) dopo aver vinto Liga e Coppa del Re. Negli ultimi anni, però, c’è stata una caduta da parte della squadra spagnola (nelle ultime quattro stagioni, il Club ha vinto “soltanto” una Liga, una Coppa del Re e una Supercoppa di Spagna), simboleggiata senza dubbio dalla disfatta nei quarti di finale della Champions League 2019-20, quando i Culés vennero schiantati dal Bayern Monaco che nella gara secca di Lisbona si impose addirittura per 8-2.
La scorsa stagione
Il Barcellona nella scorsa stagione non è stato in grado di fare meglio rispetto agli ultimi anni. In campionato è si arrivato un secondo posto, ma i tredici punti di distacco dal Real Madrid campione e l’inizio di anno più che traballante (che ha portato anche all’esonero di “Rambo” Koeman dalla panchina blaugrana) hanno fatto immediatamente capire ai tifosi che anche per questa stagione non ci sarebbero state molte soddisfazioni. Sensazioni confermate anche nelle coppe europee, dove il Barça chiuse ad un mesto terzo posto nel girone di Champions League, venendo eliminato dalla competizione prima della fase ad eliminazione diretta per la prima volta negli ultimi vent’anni. “Retrocesso” in Europa League, il Club non riuscì a fare meglio e, nonostante fosse considerato da tutti come il favorito per la vittoria finale, si arrese ai quarti contro i futuri campioni dell’Eintracht Francoforte. In Copa del Rey, infine, i catalani uscirono agli ottavi, sconfitti per 3-2 contro l’Athletic Bilbao, chiudendo così l’annata senza trofei sollevati (dal 2008 in avanti era successo soltanto un’altra volta, nel 2020-21).
La stagione in corso
Grazie ad un mercato faraonico, per il quale il Club è addirittura arrivato a vendere quote delle sue aziende collegate (come Barça Media, la detentrice dei diritti televisivi e social della polisportiva) e a rinominare, per la prima volta nella sua storia, il Camp Nou, la squadra di Xavi si è rinforzata in maniera importante. Gli arrivi, infatti, sono quelli di: Raphinha dal Leeds (pagato 58 milioni di euro), Jules Koundè dal Siviglia (per altri 50mln), Franck Kessiè e Andreas Christensen, arrivati da svincolati ma con ingaggi importanti, e soprattutto quello del miglior attaccante del mondo del momento, Robert Lewandowski, arrivato per ben 45 milioni più 5 di bonus dal Bayern. I Blaugrana sono poi riusciti a monetizzare cedendo definitivamente Philippe Coutinho all’Aston Villa (per 20 milioni di euro) e sembrano ora intenzionati a mandare avanti il loro mercato cercando un accordo per l’arrivo di Marcos Alonso dal Chelsea e la contemporanea cessione di Pierre-Emerick Aubameyang ai Blues. Con queste migliorie, il Barça sembra avere trovato gli elementi necessari a Xavi per ricostruire la squadra dopo i disastri di Koeman, nonostante l’esordio in campionato si sia concluso solo con uno 0-0 contro il Rayo Vallecano (in una sfida in cui, a onor del vero, il Barcellona ha assediato la porta avversaria tirando per ben ventuno volte nello specchio della porta avversaria). Nella seconda partita di campionato, i Blaugrana sono stati più precisi sotto porta e hanno realizzato quattro reti contro la Real Sociedad, portando a casa i primi tre punti stagionali.
Lo sapevate che?
- Il Barcellona, nei giorni dopo l’arrivo di Lewandowski, non è riuscito a vendere le magliette con il cognome del polacco sopra, poiché non c’erano abbastanza “W” da mettere sul retro della divisa;
- i tre finalisti del Pallone d’Oro FIFA 2010 furono Xavi, Iniesta e Messi, tutti e tre giocatori del Club e tutti e tre cresciuti nella Masía;
- nel 2009, il Club prese parte a sei competizioni e le vinse tutte: un risultato di tale portata prende il nome, in Spagna, di sextete e risulta ancora oggi un unicum nella storia del Club;
- Xavi, attuale allenatore della squadra, è il secondo giocatore per numero di presenze (767) con la maglia blaugrana: meglio di lui soltanto un certo Lionel Messi, arrivato a quota 778.