Dicembre 24, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

Espanyol, l’altra metà di Barcellona – Dalla A alla Z, le storie di tutti i club europei più importanti

6 min read

Il Reial Club Deportiu Espanyol de Barcelona, semplicemente noto come Espanyol, è una società calcistica spagnola con sede nella città di Barcellona, fondata nel 1900. Il Club milita in Primera Divisiòn, sotto la guida dello spagnolo Diego Martìnez Penas. I Periquitos giocano le proprie partite casalinghe all’RCDE Stadium, noto precedentemente come Estádio Cornellà-El Prat, e, per motivi commerciali, Power8 Stadium, la cui capienza supera di poco i 40.000 posti. I Blanquiazules, nella loro storia, hanno vinto ben quattro Coppe del Re (1928-29, 1939-40, 1999-00, 2005-06), due titoli di Segunda Divisiòn (1993-94, 2020-21) e, in campo internazionale, la Coppa Intertoto nel 1968. Inoltre, vantano anche la partecipazione a due finali di Coppa UEFA, nel 1987-88 e nel 2005-06, ma in entrambi i casi hanno dovuto arrendersi soltanto dopo i calci di rigore, rispettivamente contro Bayer Leverkusen e Siviglia.

Le origini

La società fu fondata il 28 ottobre del 1900, da Octavi Aballí, Lluís Roca e Ángel Rodríguez Ruiz, tre studenti di ingegneria all’università di Barcellona. Il primo nome fu Sociedad Española de Football, e l’intento era quello di creare una squadra in cui giocassero solo calciatori spagnoli. Le prime partite della storia del Club sono state giocate contro il Català, ma ad oggi non si conoscono ancora i risultati. Nel 1901, il nome viene cambiato in “Club Español de Foot-Ball”, mentre l’anno dopo avvenne l’esordio nella neonata Coppa di Spagna. Nel 1906, molti giocatori abbandonarono la squadra per motivi di studio, ma l’attività riprese tre anni dopo, nel 1909, come società polisportiva, aprendo anche il settore della scherma e della boxe. Dall’anno di ripresa delle attività, il nome cambiò in “Club Deportivo Español”, mentre nel 1912, il re di Sapgna, Alfonso XIII, conferì al Club, il titolo di “Real”, tradotto poi in catalano “Reial”. Negli anni seguenti, l’Espanyol inizia ad affermarsi in campo regionale, vincendo 4 volte la Coppa di Catalogna (la prima nel 1904, poi nel 1912, 1915 e 1918). Negli anni Venti, poi, la squadra si afferma anche fuori dalla Spagna, grazie ai tour in Europa e Sudamerica. Nel 1923, invece, viene aperto al pubblico lo Stadio Sarrià, destinato ad ospitare le partite casalinghe dei Periquitos, fino alla costruzione del Cornellà.

Una pagina del giornale “Los Deportes”, che pubblica le prime notizie sulla fondazione del Club.
La formazione dell’Espanyol nel 1904, il primo anno in cui vinse la Coppa di Spagna.
Il comunicato in cui il Re di Spagna conferisce il titolo di “Real” al Club.
La formazione dell’Espanyol nel 1912, il secondo anno in cui vinse la Coppa di Spagna.
La partita di inaugurazione dello Stadio Sarrià.
La formazione dell’Espanyol nel 1926.

La storia recente

Durante tutti gli anni ’80, la squadra navigò in posizioni di metà classifica, eccetto nella Liga del 1986-87, quando, sotto la guida di Javier Clemente, arrivò al terzo posto, guadagnandosi la qualificazione alla Coppa UEFA 1987-88. In quell’anno, i Blanquiazules, arrivarono in finale contro il Bayer Leverkusen, dopo aver eliminato, tra le altre, Milan e Inter. All’andata, gli spagnoili vinsero 3-0, ma in Germania il Leverkusen ricambiò il risultato, portando la partita ai rigori, in cui i tedeschi riuscirono ad essere più precisi e a portarsi a casa la coppa. Nel 1988-89, la squadra non fece per niente bene: retrocessione in Segunda Divisiòn dopo aver perso ai play-out contro il Maiorca. La risalita in Primera avvenne subito grazie alla vittoria ai play-off contro il Màlaga, e negli anni in Liga, i Periquitos si classificarono sempre in posizioni medio-basse della graduatoria. Me nel 1992-93, i biancoblù retrocedono di nuovo ai play-out, questa volta per mano del Racing Santander. L’anno dopo fu José Antonio Camacho il condottiero della squadra, che riportò subito il Club di Barcellona nella prima divisione del calcio spagnolo. Non solo: con Camacho in panchina, l’Espanyol collezionò, da neo-promossa, un sesto posto in classifica, e l’anno dopo, un quarto, che gli valse la qualificazione alla successiva Coppa UEFA. Nel 2022-03, invece, i biancoblù di Barcellona rischiarono fortemente la retrocessione, visto il diciassettesimo posto in cui si piazzarono a fine campionato. Nel 2004-05, la squadra arrivò quinta, mancando solo per un punto la qualificazione in Champions League. Nella stagione seguente, i Blanquiazules, arrivarono al quindicesimo posto, ma vinsero la Copa del Rey in finale contro il Real Saragozza (4-1), accedendo così alla Coppa UEFA 2006-07. Proprio in quell’edizione della coppa, l’Espanyol raggiunse la finale ma, esattamente come nel 1988, perse ai rigori, questa volta contro i connazionali del Siviglia. Quell’Espanyol, tra l’altro, era allenato da Ernesto Valverde, ex-giocatore del Club e manager che abbiamo già conosciuto parlando dell’Athletic Bilbao (qui il link: https://www.pochepalle.it/2022/08/23/athletic-bilbao-il-simbolo-dei-paesi-baschi-nel-mondo-dalla-a-alla-z-le-storie-di-tutti-i-club-europei-piu-importanti/), impegnato in una delle sue prime esperienze da allenatore. A proposito di allenatori dal curriculum importante, i Blanquiazules sono stati anche il Club sulla cui panchina si sedette Mauricio Pochettino. Già giocatore e capitano del Club (con il quale ha collezionato ben 260 partite in Liga), l’argentino ha portato il suo Espanyol alla salvezza nel suo primo anno da manager ed è rimasto al timone della squadra catalana fino al 2013, anno in cui ha firmato poi il suo nuovo contratto da allenatore del Southampton, in Premier League.

I giocatori dell’Espanyol che festeggiano la vittoria della Copa del Rey nel 2000.

La scorsa stagione

I tifosi dei Blanquiazules sanno di amare una squadra che non ha mai assaporato la vittoria di titoli importanti come il campionato e infatti ogni anno si preparano ad un’annata complicata, consapevoli che la lotta per la salvezza sarà sempre molto dura. La scorsa stagione non è stata tanto diversa da com’è cominciata quella di quest’anno, dato che i catalani hanno ottenuto un quattordicesimo posto nella gradutoria, con solo quattro punti di distacco dalla zona retrocessione. La lotta è stata ancora più agguerrita del solito e infatti, se si va a guardare la classifica dell’anno scorso, si può vedere che dal dodicesimo al ventesimo posto c’è stato un distacco di soli undici punti. Dei risultati sorprendenti sono stati ottenuti contro il Siviglia (pareggio 1-1), contro il Barcellona (2-2 in casa), con il Valencia (vittoria per 2-1 in trasferta), contro la Real Sociedad (successo per 1-0), contro l’Athletic Blibao (1-1), con il Real Madrid (2-1), a Siviglia contro il Betis (2-2), e con il Villarreal (0-0 in casa). Guidati dai gol di Raúl de Tomás e dalle geometrie di Sergi Darder, comunque, i Periquitos hanno raggiunto una salvezza molto importante per dare continuità al ritorno in Liga e stabilità, in generale al Club. Nonostante l’obiettivo di inizio stagione sia stato raggiunto, la dirigenza ha deciso di sollevare dal proprio incarico Vicente Moreno (esonerato addiritura il 13 maggio, praticamente a stagione finita) per affidare la propria panchina all’esordiente Luís Blanco, la cui esperienza è stata però temporanea e si è conclusa nell’arco di due partite.

La vittoria contro il Real Madrid

La stagione in corso

L’Espanyol si è rafforzato con degli acquisti non molto costosi, ma parliamo comunque di giocatori giovani che potrebbero dire la loro nel campionato spagnolo e fare comodo a questa squadra sia adesso che in futuro. I catalani hanno accolto, tra i tanti, Edu Expósito, centrocampista spagnolo di 26 anni e l’esperto Joselu, punta centrale con un passato (neanche troppo remoto) in Premier League. I Periquitos hanno esordito in campionato pareggiando 2-2 in casa del Celta Vigo, mentre nella giornata successiva è arrivata una sconfitta netta, contro il Rayo Vallecano, che si è imposto per 2-0 all’RCDE Stadium. Nell’incontro di domenica scorsa, invece, l’Espanyol ha perso in casa contro un grande avversario, il Real Madrid, per 1-3, cedendo soltanto nel finale alla doppietta di Karim Benzema.

Il gol di Benzema contro l’Espanyol.

Lo sapevate che?

  • Su 211 derby di Barcellona disputati nella storia, l’Espanyol ne ha vinti soltanto 44;
  • Nella stagione 1999-00, il Club festeggiò il centenario con la vittoria della Copa del Rey, trofeo che mancava ai biancoblù da sessant’anni:
  • L’Espanyol è stata la prima squadra della storia a segnare in Copa del Rey;
  • Nella Coppa UEFA del 2006-07, i Periquitos arrivarono in finale senza aver mai perso una partita. Eliminarono infatti Livorno, Maccabi Haifa, Benfica e Werder Brema prima di doversi arrendere contro il Siviglia, seppre solo ai calci di rigore;
  • L’8 agosto 2009, durante il ritiro estivo di Coverciano, il capitano del Club, il 26enne Dani Jarque muore stroncato da un’asistolia. In onore del suo giocatore, l’Espanyol ha deciso di ritirare la maglia numero 21 e, ad ogni partita casalinga, i tifosi dedicano sempre un minuto di silenzio (proprio al 21′) al loro Etérno Capitán.

Lascia un commento