Alla scoperta del mondo delle telecronache con Matteo Migliori – Intervista
5 min readPer festeggiare i tre anni di attività della nostra pagina, abbiamo deciso di portare un ospite davvero speciale: Matteo Migliori. Autore di Parlandodisport, ha realizzato un sogno diventando telecronista. Su Sky Sport, infatti, racconta le partite del campionato di Serie C, una competizione estremamente avvincente, seppur poco valorizzata. Con una lunga chiacchierata, ci ha descritto come si prepara alle partite e cosa si prova a svolgere questo mestiere. Oltre tutto, ci ha spiegato qual è il suo più grande obiettivo: raccontare un match di Serie A.
Ci teniamo, dunque, a ringraziare Matteo per la straordinaria disponibilità e la grande gentilezza con cui si è posto nei nostri confronti.
“Scrivi su Parlandodisport: di cosa ti occupi principalmente? Quanti articoli hai scritto e quale tra questi è quello a cui sei più affezionato?”
“Parlandodisport è stato il primo sito con cui ho collaborato e che mi ha permesso di entrare a far parte del mondo del giornalismo sportivo – sarò, infatti, sempre grato al direttore Gian Paolo Maini per questo -. Riguardo al numero di articoli, sinceramente non saprei dirtelo con certezza, poiché collaboro con loro da ormai 11 anni e la media è di circa 10 pezzi al giorno, quindi capisci che si arriva a toccare un numero davvero grande. Mi è anche difficile sceglierne uno preferito, poiché i temi che tratto sono tanti: calciomercato, Modena, riflessioni post partita e anche dilettantismo, che, tra queste varie categorie, ritengo sia la più affascinante”.
“Come ti sei avvicinato al mondo delle telecronache?”
“Mi ha sempre affascinato ed era ciò a cui ambivo ad arrivare nel mondo del giornalismo sportivo. Ho fatto diversi corsi sull’argomento e quello sicuramente più formativo è stato quello con Enrico Zambruno. Dopo sono stato chiamato a lavorare per Eleven Sports e ho iniziato a fare le telecronache delle partite di Serie C. In seguito sono passato a Sky”.
“E come ti prepari alle telecronache? Quanto è importante conoscere i dettagli delle squadre e dei singoli giocatori?”
“Di solito si sa circa 10 giorni prima quando si deve fare la telecronaca di una partita, quindi si ha tempo per prepararsi. Si parte dal guardare le statistiche generali delle due squadre, come posizione in classifica, punti e gol fatti, per poi andare più nello specifico, per esempio studiando i singoli giocatori e gli schieramenti tattici. Riguardo ai calciatori, si cerca di trovare delle caratteristiche peculiari che possano farli riconoscere, per esempio i capelli di un certo tipo come il colore delle scarpe, per poi analizzare il loro passato, le presenze che hanno totalizzato, le reti messe a segno e tutti i dati che riguardano il singolo. Molte volte le statistiche neanche si usano, ma per non rischiare di rimanere senza nulla da dire è sempre bene appuntarsene parecchie”.
“Tu sei partito a fare le telecronache in Serie C, un campionato molto competitivo, ma poco seguito. Cosa si dovrebbe fare, secondo te, per valorizzarlo?”
“In C ci sono sicuramente moltissimi giocatori forti e anche tanti giovani che potenzialmente possono arrivare a militare nelle categorie superiori, oltre che diverse squadre blasonate, quindi, come dici tu, è molto competitivo. Però non è sicuramente facile renderlo seguito, anche se la Lega sta provando a farlo. Il problema è che spesso, se guardano una partita in TV, le persone giustamente vanno a vedere i campionati superiori come la Serie B e soprattutto la A. Non saprei sinceramente quindi come si potrebbe fare”.
“Qual è lo stadio più bello in cui sei stato per una telecronaca?”
“Purtroppo non ne ho girati tanti, visto che con Eleven Sport rimanevo quasi sempre nella stessa zona (Imola, Modena e Reggio Emilia) e con Sky commento tutto da uno studio a Milano. Tra i pochi che ho visto, però, posso citarti il Braglia, il Mapei e il Manuzzi, che quando Reggiana, Modena e Cesena erano in C sembravano degli stadi molto superiori rispetto agli altri della categoria”.
“Qual è il giocatore che hai commentato in telecronaca che più ti ha stupito?”
“Avendo seguito molto il Cesena nelle ultime stagioni, ti dico sicuramente i gemelli Shpendi: Stiven si vedeva che fosse un giocatore di un’altra categoria ed infatti è andato all’Empoli, anche se non ha trovato molto spazio. Cristian, invece, che magari poteva sembrare il fratello un po’ più scarso, poiché non aveva un alto minutaggio, quest’anno ha trascinato con i suoi gol il Cavalluccio alla promozione e alla vittoria del campionato”.
“Qual è l’incubo di ogni telecronista?”
“Beh, sicuramente sbagliare il marcatore è una cosa che segna molto un telecronista: magari lo spettatore quasi non se ne accorge, ma al commentatore rimane impresso. Poi ci possono essere errori di circostanza, come confondere il nome della squadra che attacca, ma è veramente terribile sbagliare il giocatore che segna”.
“Poco tempo fa abbiamo intervistato Federico Golfieri, tuo collega a parlandodisport. Ci ha detto che ciò di cui ti occupi è piuttosto complicato e spesso ti ritrovi chiuso in un gabbiotto a commentare le partite. Come rispondi? Com’è il tuo rapporto con lui?”
“Ho avuto la fortuna di conoscere Federico e ho un ottimo rapporto con lui. Anzi, gli auguro il meglio e spero che abbia anche lui l’occasione di ricevere una chiamata importante affinché venga riconosciuta la sua bravura. Per quanto riguarda le postazioni, io mi sono generalmente trovato bene nei vari stadi in cui sono stato. L’unico in cui ho avuto un po’ di difficoltà è stato quello di Piacenza, perché comunque la postazione è abbastanza distante dal campo, in più c’è la pista d’atletica in mezzo, oltre alla finestra dello studio che non si può aprire. Però, in generale, ho avuto esperienze positive”.
“Hai un telecronista a cui ti ispiri?”
“Uno in particolare no: diciamo che sono cresciuto un po’ col mito di Caressa al Mondiale del 2006, ma comunque trovo che ci siano moltissimi telecronisti validi, sia su Sky che su DAZN. Cerco di prendere spunto da tutti per provare sempre a migliorarmi, mettendoci, però, sempre del mio”.
“C’è una partita che sogni di commentare?”
“Il sogno di ogni telecronista è quello di commentare una finale, che sia europea o internazionale – non importa se di squadre di club o nazionali -. Personalmente, al momento, punto ad arrivare ad una partita di Serie A – anche non di cartello -. Mi basterebbe riuscire a raccontare una gara della massima categoria e a breve spero di realizzare questo sogno”.
“Se un giorno ti capitasse di dover fare una radiocronaca, pensi che avresti difficoltà, visto che bisogna essere molto più dettagliati?”
“Penso che non avrei problemi, semplicemente perché una delle cose in cui mi sono dovuto migliorare era che parlavo troppo. Commentando in TV, non è necessario, poiché gli spettatori vedono già le immagini da casa e la mia descrizione del match quindi deve essere un accompagnamento, non un racconto della gara. In radio, come ho già detto, penso che non avrei troppi problemi e semplicemente ricomincerei a parlare di più”.