Novembre 24, 2024

Il terzo tempo

"When the seagulls follow the trawler, it is because they think sardines will be thrown into the sea"

”Il mio sogno è arrivare in Serie C con la Leon” – La nostra intervista a Mattia Bonseri

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Ci siamo imbattuti in una storia veramente incredibile, oltre che romantica: quella di Mattia Bonseri, attaccante e capitano della Leon, squadra di Eccellenza lombarda. Da piccolo, ha rifiutato le proposte di Milan e Atalanta, poiché voleva continuare a giocare con i suoi amici. In una chiacchierata molto dettagliata abbiamo ripercorso tutta la sua carriera, cominciando dalla Vimercatese e concludendo parlando degli obiettivi futuri. Non è da tutti, sicuramente, arrivare davanti a Caracciolo in classifica capocannonieri, oppure timbrare il cartellino 49 volte in una stagione. Ma per il bomber dell’undici brianzolo tutto ciò è normale: quella di non allontanarsi da casa è una scelta di vita, che si può condividere o meno, ma che, in ogni caso, fa riflettere e trasmette valori importanti e ammirevoli. In un calcio in cui i soldi contano sempre maggiormente, ci sono anche persone come Mattia appunto, che si “accontenterebbero” di raggiungere la Serie C con la squadra del proprio paese. 

Ringraziamo vivamente, dunque, sia la società che il giocatore per la stupenda opportunità e le interessanti parole proferite. 

Il bomber della Leon (foto A.C. Leon)

“Come ti sei avvicinato al calcio? Chi erano i tuoi idoli?”

“Io mi sono avvicinato al calcio grazie a mio papà e ai miei nonni, che erano fortunatamente milanisti. Quindi i miei idoli erano Kakà, Shevchenko e Ibrahimovic – ne ho tre -, dunque grazie a loro ho cominciato ad amare questo sport. Ho iniziato, in realtà, un po’ dopo rispetto ai miei amici, perchè facevo nuoto, poi, a 7-8 anni, ho appunto iniziato a giocare e da lì è nata la mia passione”.

“Quanto, per te, è stata preziosa l’esperienza alla Vimercatese?”

“È stata molto preziosa, perchè da lì mi sono appropinquato al calcio dei grandi, per cui diciamo che lì ci sono le radici di quello che poi sono diventato. Ho avuto la fortuna di conoscere una grande società, composta da grandi figure, che poi ho ritrovato all’interno della Leon, insieme ad altre persone, che fanno la fortuna della società in cui gioco ogni giorno. Però la Vimercatese, per l’appunto, è stata importante per me perché tutta questa gente mi ha permesso di sviluppare la mia carriera e mi ha fatto crescere molto”. 

“È vero che hai rifiutato sia l’Atalanta che il Milan? Se sì, il fatto che tu tifassi i Rossoneri ha influito su questa scelta, o avevi già scartato quest’opzione a priori?”

“È vero: quando ero piccolino ho fatto tanti provini con varie società professionistiche, tra cui quelle che hai citato. Avevo il desiderio di giocare a pallone insieme ai miei amici e di coltivare questa passione insieme a loro. Poi è chiaro che, quando sono diventato più grande, l’ambizione di raggiungere i traguardi più prestigiosi possibili diventa più importante. Gli amici non smettono di supportarti, tuttavia arrivare in alto diventa l’aspirazione principale”. 

“Come hanno reagito i tuoi amici?”


“Hanno reagito in modo positivo: ovviamente erano contenti che potessimo rimanere insieme. Qualcuno, magari, ha pensato che fossi matto, però la verità è come vi ho detto: ci divertivamo talmente tanto che stare insieme era molto più bello che continuare da solo da qualsiasi altra parte”. 

“Passando alla Leon, squadra vicina a casa tua, quanto è stata bella, per te, la prima stagione con questa squadra?” 

“La Leon è stato un passaggio inaspettato, ma devo dire che ho avuto e ho tuttora la fortuna di fare parte di questa grande famiglia, perchè, come la Vimercatese, anche la Leon è composta da persone incredibili, che mettono tutti i giorni la loro passione all’interno della società. Quindi, diciamo che ho avuto la grande possibilità di fare questo step ulteriore della mia crescita. Dunque, i risultati in campo sono una conseguenza diretta delle persone che fanno parte del club, del gruppo, della squadra, di tutto lo staff tecnico… Poi sì, è una squadra vicina a casa mia, per cui io che lavoro e sono laureato ho deciso di continuare a fare parte di questa famiglia, con tutte le comodità e le ambizioni del mondo”.

“Raccontaci un po’ la promozione della stagione 2020-2021 – 23 punti in 10 partite e siete arrivati a pari punti con il Lumezzane -. Oltretutto, ti sei posizionato in seconda posizione in classifica marcatori, davanti a un certo Caracciolo e a Denis Mair (che ha anche qualche minuto in Serie B)”. 

“Quello che è successo è che siamo arrivati a pari merito e poi abbiamo dovuto fare lo scontro diretto in campo neutro contro il Lumezzane. Quella è stata una serata magica, che tutti noi di quel gruppo ricordiamo ancora – era il 19 giugno del 2021 -, perché è stata, sicuramente, la più bella della mia carriera: abbiamo vinto 1-0 e ho avuto la fortuna di fare gol. Dunque, sia individualmente che a livello di gruppo, è stata una serata indimenticabile. Inoltre, la nostra era una piccola realtà appena nata, che ha avuto la capacità di confrontarsi contro una corazzata, composta dai giocatori che avete citato – non solo Caracciolo -. Siamo riusciti ad avere la meglio, pertanto quello, calcisticamente parlando, è il ricordo più bello che ho finora; spero di viverne altri”. 

“L’anno dopo, purtroppo, siete retrocessi: come hai vissuto questa cosa? Forse eravate un po’ acerbi, però hai segnato 20 gol anche quell’anno”. 

“Sicuramente eravamo nuovi per una realtà come la Serie D. Poi diciamo che la retrocessione è stata molto amara per me, poiché sono capitano della squadra. Quindi, uno dei motivi per cui poi ho deciso di rimanere è questo, nel senso che vorrei vivere un nuovo salto di categoria con i miei compagni. Ho rifiutato molte proposte dal professionismo o, comunque, da formazioni di alta classifica in D, perché, conseguita la laurea, adesso lavoro in una realtà che ha deciso di farmi crescere professionalmente -. Oltre a ciò, sono rimasto anche perché cercavo rivalsa dopo quella stagione, oltre che per la voglia di tornare subito in Serie D con la Leon”.

“Poi, nella stagione 2022-2023, hai totalizzato 36 gol in campionato – classifica marcatori vinta – e 13 in coppa, dunque 49 centri complessivi. Che emozione è stata?”

“49 gol so che non sono una cosa normale, però diciamo che ho provato la sensazione che tutti i miei sforzi e il mio attaccamento alla maglia fossero stati ripagati. Sono molto contento di aver raggiunto questo record, ma ripeto: non credo che si arrivi a questi numeri senza sacrifici e passione”. 

“È vero che hai rifiutato più volte la Serie C? Se sì, ti arrivano tuttora delle offerte?” 

“Sì, come ti dicevo prima, ho rifiutato diverse squadre di Serie C, sia due stagioni fa che la scorsa estate, oltre ad altre realtà di D di alta classifica, proprio perchè il mio desiderio è quello di tornare in Serie D con la Leon. La retrocessione, per me, è stata troppo amara per lasciar perdere questa voglia di riscatto e, quindi, sono due le motivazioni: la prima è che volevo rifarmi, appunto, per quell’annata che, come gruppo non era andata bene, seppur sia stata comunque un’esperienza fantastica; la seconda è che, come vi dicevo prima, mi sono laureato in economia e lavoro in un’azienda che mi sta facendo crescere sia personalmente che a livello di carriera. E quindi ho pensato che fosse meglio così, anche se mi è costato molto, perché, alla fine, è la mia passione ed ognuno vorrebbe giocare in categorie più alte possibili. Ci ho pensato molto e poi sono arrivato a questa conclusione”.

“Da questa risposta ci sembra di capire che tu non voglia muoverti dalla Leon e nè i soldi nè la categoria possano influenzare questa tua decisione. Ma, se dovesse arrivare un’altra offerta dai professionisti, la tua reazione sarebbe la stessa o la vivresti in un altro modo?”

“Diciamo che, tenendo fermo quanto ho già detto, comunque ci penserei, perchè io ho grandi ambizioni e, quindi, in tutte le cose che faccio voglio raggiungere il meglio. In questo caso, ho creduto che il meglio per me fosse la Leon, portando avanti anche la mia carriera lavorativa. Qualsiasi richiesta che arriverà, però, sarà presa in considerazione da me senza alcun problema, come ho già fatto in questi anni. Però, sì, io il calcio lo vivo con passione e, quindi, cerco di stare lontano da quelle logiche che lo pervadono e di concepirlo come una passione, senza altri fini”. 

“Mi viene da pensare che le società che ti offrivano queste opportunità, almeno all’inizio, dessero quasi per scontato che tu avresti accettato, poiché sarebbe stato, per te, un bel progresso. Tuttavia, tu hai declinato ogni proposta, quindi come hanno reagito tutti questi club, compresi sia il Milan che l’Atalanta?”

“Sicuramente sono stati un po’… non dico stupiti, ma quasi, però, quando ho spiegato le motivazioni – l’attaccamento alla maglia della Leon e la carriera lavorativa -, tutti hanno capito, quindi sono stati comprensivi nei miei confronti, anche se tutti mi dicevano, chiaramente, che non è comune una decisione del genere, nel senso che molte persone avrebbero deciso di fare il contrario. Io, però, ho scelto così e sono convinto che questo, per me, sia il meglio”.

“Nella stagione appena trascorsa hai segnato in diverse occasioni e – inutile dirlo – sei stato capocannoniere”.

“Sì, quest’anno ho fatto 32 gol ed è la terza volta che ho la fortuna di essere capocannoniere. E, come dico sempre, quando uno si impegna e mette tutto quello che ha, sia in allenamento che in partita, dimostrando la sua passione e di avere una giusta mentalità, i risultati, seppur magari non subito, sono destinati ad arrivare. Quando uno si sforza con tutto sé stesso e ci mette tutto quello che ha, è destinato a raggiungere i traguardi che si è prefissato. Quindi, anche quest’anno è stata la prova di tutto questo: i sacrifici vengono poi ripagati con soddisfazioni sia personali che di gruppo”.

“Tra l’altro, il presidente della Leon è anche il tuo datore di lavoro: com’è il tuo rapporto con lui?” 

“È molto buono e sincero: lui stesso è stato sempre il primo – devo dire -, quando io ho comunicato le richieste che avevo avuto, a schierarsi dalla mia parte, sostenendomi sempre. Infatti ha sempre detto che, qualsiasi decisione avessi preso, mi sarei dovuto sentire libero di scegliere in base a quello che io pensavo fosse il bene per me. E, quindi, quando tu hai delle persone così a fianco, sei poi destinato a raggiungere tutti i risultati che vuoi. Devo dire che lui è l’anima della società: mette grande impegno, fa tanti sforzi per noi e, quindi, vorrei tornare in D non solo per raggiungere un traguardo splendido per me e per i miei compagni, ma anche per lui. Penso anche a lui, quando dico che voglio tornare a fare il salto di categoria, perchè lui se lo merita più di tutti”. 

“Hai fatto gol di tacco contro il Tribiano: raccontaci la scena e come ti sei sentito”. 

“Di tutto quest’anno, probabilmente, quello è l’episodio che ricordo con più piacere, perché è stata una partita difficile per noi: il Tribiano è una squadra che ha stupito tutti durante questa stagione. Io ero anche infortunato in questa stagione, perché avevo uno strappo di 5 cm non proprio sulla coscia, ma un po’ più a lato. Non stavo benissimo, però devo dire che, dopo una partita di fatica, fare un gol così è stata una gioia immensa. E la cosa che mi ha fatto più piacere non è tanto la soddisfazione personale, bensì vedere tutto lo stadio che esultava, poiché sapeva che per me era una partita complicata per via del mio problema fisico. E vedere appunto tutto lo stadio e tutti i compagni che sono venuti ad abbracciarmi è il ricordo più bello che ho di quest’anno”. 

“Hai dichiarato che il tuo sogno è quello di raggiungere la Serie C con la Leon. Secondo te, è un’utopia, o si potrebbe realmente raggiungere – magari, anche non nell’immediato ovviamente – questo traguardo? Quanto sei legato a questa squadra?” 

“Come vi dicevo, io sono molto ambizioso e sogno in grande. Quindi, io penso che questo sogno che ho sia la sfida più avvincente che possa avere: non sarebbe di certo la stessa cosa cambiare squadra e raggiungere altre categorie con altri club. Dunque questo è quello che vorrei tanto raggiungere con la Leon e penso che ci sia tutto per farlo – strutture, società, veramente tutto -, quindi sono sicuro che, quando smetterò, avrò fatto almeno una presenza con la Leon”. 

“Hai detto di fare l’attaccante esterno una volta, ma non hai problemi ad adattarti in altre posizioni. Sembra che il tuo modo di essere si rifletta in campo, non trovi?” 

“Sì, assolutamente. Io ho ricoperto diversi ruoli: in Serie D ho disputato una decina di partite da quinto, poi gioco esterno in attacco, ho fatto anche la punta e, parecchi anni fa, quando mi sono avvicinato all’eccellenza, ho fatto il terzino. Quindi diciamo che cerco di essere utile per i miei compagni, perché penso che, se tu dai tutto quello che hai in favore di altre persone, ti torni tutto indietro. Dunque, trovo che spendersi per la causa sia una cosa molto gratificante, soprattutto quando i tuoi compagni te lo riconoscono e ti vogliono bene”. 

“Sentendo queste tue parole, mi viene spontaneo chiederti un’altra cosa, allora: se qualche altro giocatore prendesse la tua stessa scelta, tu cosa gli diresti?” 

“Io ho iniziato al Cavenago, che è la squadra del mio paese, quindi diciamo che la scelta di stare insieme ai miei amici l’ho fatta da piccolino. Diventando poi più grande, i compagni vanno e vengono: non ho più scelto in base ai miei amici, ma in base all’attaccamento alla maglia e al fatto di essere capitano. Io, però, apprezzo molto i calciatori che sono persone vere, di rilievo, prima che atleti. E, quindi, secondo me, quando hai questo atteggiamento e sei appunto una persona con dei valori veri e importanti, sei destinato a fare bene, a raggiungere i tuoi obiettivi e, soprattutto, a farti riconoscere come un leader, un punto di riferimento per la società, i compagni e lo staff tecnico. Quindi, secondo me sono belle storie da raccontare, che vanno oltre a qualsiasi altro valore economico o altro”. 

“Come hai già detto, indossi la fascia da capitano della Leon: cosa si prova?” 

“Questo è il primo dei motivi per cui ho deciso di rimanere, soprattutto quando magari le annate non sono andate come speravamo – vedi, per esempio, la Serie D di due anni fa -. E, quindi, questa è appunto la principale motivazione per cui gioco e per cui voglio raggiungere determinati obiettivi con questa squadra. Dunque, l’attaccamento alla maglia, per me, è la causa primordiale che mi ha portato a dire di no a tutte le società citate prima. Penso che essere riconosciuto da tutti i miei compagni come un riferimento, soprattutto i più giovani che si stanno affacciando adesso al calcio, sia una soddisfazione enorme. Inoltre, se abbinata alla mia ambizione di disputare una stagione in Serie C con la Leon, penso sia la soddisfazione più bella che si possa raggiungere”. 

“Per concludere, ti faccio una domanda molto particolare: come vorresti vedere la tua Leon tra tanti anni, dopo la tua carriera da giocatore? Ti vedresti mai in vesti da dirigente?” 

“Sicuramente mi piacerebbe, una volta che la mia carriera sarà finita, rimanere nel mondo del calcio, perchè, alla fine, è la mia passione, quindi vorrei che continuasse. Il futuro della Leon è più che mai roseo, poiché, come vi dicevo, ha tutto: centro sportivo, società… veramente tutto per spiccare il volo in futuro. Il mio augurio è che io possa, una volta giunta al termine la mia esperienza da calciatore, avere lasciato qualche impronta o, comunque, dei ricordi, in modo tale che le persone e i bambini che militano nelle giovanili, possano avermi come riferimento, provando a intraprendere il mio stesso percorso. Qualora dovesse succedere questo, credo sarebbe il riconoscimento più grande, al di là dei gol e quant’altro. Se un bambino dovesse avere la stessa volontà di fare questo percorso, per me potrebbe essere un grande motivo di orgoglio”.

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