“Tripletta nell’ultima partita? Non guardo la classifica marcatori: ciò che conta sono i punti che guadagna la squadra” – Intervista a Franco Gargiulo
5 min readLo sapevate che nel Girone A di Promozione c’è un centravanti argentino che sta trascinando il Bibbiano San Polo a suon di gol? Il suo nome è Franco Gargiulo, bomber “vagabondo” che, prima di approdare in Emilia, ha persino giocato in Spagna e nel campionato gibilterriano. Dopo queste due esperienze, infatti, è stato ingaggiato dal Ragusa, con cui ha vinto il campionato e la Coppa di Sicilia, mettendo a segno ben 19 reti. E, dopo un breve trascorso a causa del Covid a Messina, ecco lo sbarco nel calcio nostrano. Con le maglie di Campagnola e Brescello ha sempre raggiunto la doppia cifra e quest’anno, con la sua squadra, è ad un passo dal tagliare nuovamente il traguardo dei 10 sigilli. Nell’ultima partita ha messo a segno una tripletta contro l’Alesense, in un match terminato 1-5. Gli abbiamo chiesto, dunque, di parlarci dell’emozione che prova un attaccante come lui a timbrare il cartellino ogni domenica e lui non solo ci ha regalato una risposta molto bella, ma ci ha descritto la sua carriera a 360°.
La macchina da gol del Bibbiano San Polo
Parlando della tua carriera, ho letto che sei arrivato in Italia nel 2018 e che hai militato nel campionato siciliano. Cosa puoi dirci di questo capitolo della tua avventura?
“Sì, ho trascorso il primo anno a Ragusa: abbiamo fatto bene e abbiamo vinto il campionato e la Coppa di Sicilia. Ho avuto, tra l’altro, la fortuna di segnare 19 gol, quindi, per essere la prima esperienza lontano da casa, ero contentissimo. Ho passato le due stagioni precedenti tra Spagna e Gibilterra, dove magari non mi sono trovato bene per il tipo di calcio che c’è lì. Puntano molto sulla tecnica e giocano sempre palla a terra e, per le mie caratteristiche, non è proprio il massimo (il centravanti del Bibbiano San Polo è alto 1,95 m e fa dei colpi di testa una sua specialità, ndr). Quando sono arrivato in Sicilia, mi sono adattato in poco tempo, perché ho trovato un gioco simile a quello dell’Argentina, dove le squadre puntano sulla fisicità. Questo è il tipo di calcio che mi piace fare, con cui mi trovo meglio. Il secondo anno sono rientrato in Sicilia dal Sudamerica a dicembre: ho fatto due mesi e poi, a febbraio, ci siamo fermati per il Covid. L’esperienza a Messina, dunque, è stata indubbiamente positiva, perché mi sono trovato bene, ma corta. Fare una valutazione per un paio di partite è un po’ difficile, ma rimango con il trascorso di Ragusa, che mi ha fatto crescere tanto non solo calcisticamente”.
Cosa ti ha portato a venire in Emilia? Mi ha colpito la tua esperienza al Campagnola: hai scritto due capitoli con questa società e, nel secondo, hai messo a segno 13 reti. Cosa si prova ad arrivare in doppia cifra?
“L’Emilia mi ha portato la voglia di continuare a viaggiare inseguendo la mia passione per il calcio. Magari, 4 o 5 anni fa, il pallone dettava i miei spostamenti, mentre adesso mi sono stabilito: mi sono sistemato qui e non mi trasferirò altrove. Fino a quel momento, però, andavo ovunque. Qualche stagione fa, mi è arrivata la proposta del Campagnola, che in quel momento era in Eccellenza, e per me è stato molto bello. Io sarò sempre grato alla società, perché tutti si sono comportati veramente bene con me. L’obiettivo, quell’anno, era la salvezza: siamo riusciti a tagliare questo traguardo alla fine, vincendo i play-out, dunque è un’annata che ricordo con piacere. Mi ha poi chiamato il Brescello: pure lì ho avuto la fortuna di trovarmi in una grande realtà, che mi ha permesso di fare bene anche a livello personale. Ho segnato 15 gol in campionato, quindi quell’annata mi è rimasta impressa. Poi, essendo sempre qui in zona, mi ha richiamato il Campagnola, che l’anno scorso era in Promozione. Siamo partiti con l’obiettivo di fare bene, ma questi campionati sono sempre difficili. A metà torneo l’obiettivo era diventato raggiungere la salvezza e ce l’abbiamo fatta, quindi è stato comunque bello. Ognuno ovviamente gioca per vincere, ma, se le cose non vengono come si desidera, bisogna essere capaci di adattarsi e fare il meglio possibile. Per quanto riguarda la seconda domanda, è sempre fantastico, per un attaccante, arrivare in doppia cifra. Penso che tutti, in preparazione, si pongano degli obiettivi personali e uno dei miei è sempre il raggiungimento delle 10 reti almeno. Arrivarci è soddisfacente, ma do sempre la priorità ad aiutare la squadra, che viene prima di tutti i successi personali”.
A Bibbiano, in promozione, state facendo molto bene: 32 punti raccolti e un terzo posto in classifica. Mettendo da parte la scaramanzia, secondo te, potreste puntare al salto di categoria?
“Io sono molto scaramantico, quindi non posso dire niente… Adesso è già passato il girone di andata e siamo lì. Manca tanto e ogni match sarà fondamentale. L’obiettivo è dare il massimo e arrivare alle ultime giornate di campionato con la possibilità di lottare per il salto. Come ti dicevo, però, si ragiona sempre partita dopo partita: tutto quello che verrà dopo lo attenderemo con le braccia aperte, ma teniamo i piedi per terra. Adesso è importante ricaricare le batterie durante la sosta natalizia, per poi fare il meglio possibile al rientro”.
Nell’ultima partita, tra l’altro, hai realizzato una tripletta. Che emozione hai provato?
“Come ti dicevo prima, per un attaccante è sempre bello fare gol, ma io sono uno che dipende al 100% dalla squadra. Quando segno, che sia una singola rete, una doppietta o una tripletta, il merito è sempre dei compagni. Sono molto contento di avere questo rapporto con loro”.
Quanto spesso guardi la classifica marcatori, visto che sei uno dei centravanti che ha segnato di più in campionato? Il gol più bello che hai realizzato quest’anno?
“Sarò sincero: la guardo poco, quasi mai. Ovviamente so quanti gol faccio, ma la cosa importante sono i punti che raccoglie la squadra, dunque è sempre bello poter contribuire a ciò andando a segno, tuttavia non ho l’ossessione di vincere la classifica marcatori. La rete più bella che ho siglato quest’anno penso sia stata quella contro il Carignano, quando ho timbrato il cartellino con un colpo di testa ad incrociare, su un cross di Ametta”.
Ringraziamo vivamente Franco per la disponibilità e la bella opportunità concessaci.